QUATTRO PASSI TRA LE EMOZIONI

Cosa sono le emozioni?

Esistono numerose definizioni delle emozioni; oggi scegliamo di definirle attraverso il modo in cui si manifestano, ovvero come alterazioni a livello corporeo e a livello psicologico che hanno come conseguenza la messa in atto di un comportamento. Possiamo definirle perciò come processi psico fisiologici.

Ad esempio, se abbiamo paura ci può mancare il respiro, possiamo provare come un nodo in gola, avere freddo, provare tensione muscolare. A livello psicologico possiamo pensare che qualcosa ci minacci o sia per noi pericoloso. A livello di comportamento potremmo cercare di allontanarci da ciò che ci fa paura

A cosa ci servono?

In sintesi possiamo dire che le emozioni sono degli strumenti che ci danno informazioni. Su come stiamo noi, su come stiamo con gli altri, su come stanno gli altri con noi e su quanto ci stiamo avvicinando o allontanando dalle cose per noi importanti.

Ad esempio se siamo arrabbiati significa che qualcosa non va come noi vorremmo o che qualcuno o qualcosa si frappone tra noi e il nostro obiettivo

Quando nascono?

Diversi studi scientifici (D’Urso e Trentin, 1998) hanno evidenziato che ciascuno di noi nasce dotato di alcune emozioni che possiamo definire PRIMARIE, intorno alle quali, nel tempo, si costruiranno le altre emozioni, che possiamo definire SECONDARIE o complesse.

Le emozioni primarie sono perciò innate ed è stato dimostrato che hanno il medesimo modo di manifestarsi in tutte le culture; sono perciò anche universali, anche se la loro espressione può essere socialmente inibita a seconda dei contesti sociali in cui viviamo. (Ekman e Oster, 1979).

Quali sono le emozioni primarie?

Paura, Rabbia, Tristezza, Gioia, Disgusto, Sorpresa

Ad esempio se il bambino di pochi mesi si trova di fronte il viso di un estraneo può provare paura; se ha fame e non riceve subito nutrimento può provare rabbia

E le emozioni secondarie?

Incominciano a svilupparsi intorno ai due anni, quando il bambino inizia a costruirsi una idea di sé come individuo separato dalla figura di riferimento, sviluppa perciò una consapevolezza di sé

Sono una mescolanza di emozioni primarie, legate al confronto con le norme sociali e dipendenti dalle relazioni con gli altri

Esempi di emozioni secondarie possono essere

Vergogna, Delusione, Speranza, Gelosia, Invidia

Ad esempio se il bambino prende un giocattolo di un amichetto senza dirglielo e viene scoperto dalla mamma che lo rimprovera prova vergogna.

Le emozioni, tutte possono essere esperienze molto intense e se non si è avuto la possibilità, in età infantile, di imparare a riconoscerle, dare loro un nome, collegarle a un evento esterno o a un pensiero avuto e successivamente a tollerarle e regolarle, possono creare difficoltà nella vita quotidiana anche adulta.

Pensiamo ad esempio a persone che fanno fatica a regolare o incanalare la rabbia, o persone che hanno un tasso elevato di ansia.

In queste circostanze un percorso psicologico o psicoterapeutico può offrire la possibilità di imparare ad entrare in contatto sano con le proprie emozioni, a osservarle, descriverle, collegarle al perché sono sorte con grande beneficio per la qualità di vita.

Lo spazio terapeutico può fungere da “allenatore emotivo” e all’interno di esso la persona, sentendosi in un luogo protetto e sicuro, può anche riavvicinarsi a emozioni da cui aveva preso le distanze per trovare una modalità più funzionale di relazionarsi ad esse.

Le emozioni non sono buone o cattive. Le emozioni sono. E ci dicono moltissimo di noi. Vale la pena ascoltarle, comprenderle e avvalersi del loro potere informativo.

 

A cura della d.ssa Agata Pollastri, psicologa psicoterapeuta

 

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