ARTETERAPIA E MALATTIA DI ALZHEIMER

Nell’ambito della cura alla malattia di Alzheimer l’arteterapia si inserisce come utile strumento di
supporto e di stimolo: in una malattia degenerativa dove il malato gradualmente perde le proprie
capacità fisico-cognitive, un mezzo che gli permetta di ritrovare l’autostima, migliorare l’umore e
utilizzare le capacità residue è di fondamentale importanza. “L’arteterapia è un intervento che,
prima di tutto, promuove l’esperienza del paziente e attiva il suo desiderio di esperire la realtà,
interna ed esterna, attraverso l’uso dei materiali artistici quali ponte privilegiato – area transizionale
– tra Sé e altro da Sé”. (1)

Avendo comunque gli interventi farmacologici un’efficacia limitata sui sintomi psico-comportamentali come la depressione, l’ansia, l’apatia, l’agitazione psicomotoria e i disturbi del sonno, negli ultimi anni si è dimostrato che le terapie espressive si sono rivelate degli ottimi strumenti terapeutici complementari, con eccellenti risultati sulla qualità della vita dei pazienti e dei familiari.
Nell’ambito delle malattie degenerative come l’Alzheimer l’arteterapia assume un ruolo importante
nel miglioramento della qualità della vita; il malato, si trova a dover affrontare molteplici
cambiamenti all’interno della propria quotidianità, cambiamenti riguardanti il proprio corpo, la
propria identità e necessita quindi di uno strumento di supporto, ma anche di comunicazione, che
risulti efficace nonostante le difficoltà che ne caratterizzano lo stato. L’arteterapia offre uno spazio in cui le emozioni e i pensieri possono essere accolti senza il peso di un giudizio, dove il malato può assumere di nuovo un ruolo attivo; “l’arteterapeuta propone esperienze che restituiscano al soggetto un piacere di fare, di vedere, di toccare, ovvero un’attivazione dei sensi e un utilizzo alternativo il più possibile piacevole delle funzioni residue, quelle che nella vita di tutti i giorni sono vissute come limitanti e frustranti”. (2)

Ormai è noto come l’arte abbia la capacità di restituire un senso di benessere sia nella fruizione artistica sia nel diretto contatto coi materiali; il miglioramento dell’umore diventa un aspetto essenziale nella cura dell’Alzheimer come il rinforzamento del senso di autostima. I materiali artistici poi, come media, offrono uno spazio di comunicazione alternativo a chi ormai ha perso la capacità della comunicazione verbale, e in una situazione di forte stress e disagio come quella che può vivere un malato di Alzheimer, la possibilità di comunicare le proprie emozioni a propri cari o al terapeuta risulta essere di grande supporto. Un progetto di arteterapia ad approccio psicodinamico punta al raggiungimento di diversi obiettivi, tra i quali “il ri-orientamento del paziente nel tempo e nello spazio, il recupero delle memorie e dei vissuti personali e la ri-socializzazione”. (3)
Il tema del recupero delle memorie, implicite ed esplicite, è ovviamente fondamentale all’interno di
un progetto di arteterapia che si occupa di Alzheimer: permettere ai pazienti di riportare alla mente
eventi del vissuto personale attraverso la relazione con i materiali artistici consente di rinforzare la
dimensione identitaria e quindi ridurre lo spaesamento e lo stress ad esso conseguente. Spesso i
progetti di arteterapia che si occupano si trattare una malattia come l’Alzheimer si strutturano sulle
sedute di gruppo; è importante non dimenticare le conseguenze sociali di questa malattia: il malato
infatti si ritrova ad autoescludersi delle esperienze sociali per vergogna dei propri deficit, per le
effettive difficoltà relazionali, di comunicazione e per le evidenti conseguenze che una malattia di
questo calibro può avere sullo stato dell’umore. La seduta di arteterapia diventa quindi anche
un’opportunità di rimettersi in gioco a livello relazionale, di uscire da una quotidianità spesso
caratterizzata dalla solitudine e dalla paura, uno stimolo all’azione e alla comunicazione. La dignità
che può essere riacquistata in un setting non giudicante grazie all’interazione con il prossimo ha
ovviamente un effetto terapeutico, di sostegno e di rinforzo nel malato; il rivivere situazioni di
socialità che un tempo, prima della malattia, erano abituali restituisce al paziente un senso di
normalità svanito con la comparsa della malattia. Nel trattamento delle conseguenze apportate da
una malattia come l’Alzheimer le terapie espressive facilitano infine l’esternare dei vissuti dolorosi
e cercano di ristabilire i processi di collaborazione congiunta tra i membri della famiglia; l’obiettivo principale rimane ovviamente quello di favorire il benessere e migliorare la qualità di vita sia del
malato che dei suoi cari.

A cura di Valeria Rotunno Arteterapeuta ad orientamento psicodinamico

Fonti:

(1) E. Galbiati, Frammenti di sé. Immagine corporea e identità nell’Alzheimer grave. Prendersene cura attraverso l’arte
terapia, Archivio Tesi di Art Therapy Italiana, 2008, p. 7

(2) M. Della Cagnoletta, Arte Terapia. La prospettiva psicodinamica, Carrocci Faber, Roma, 2016, p. 233
(3) E. Galbiati, Frammenti di sé. Immagine corporea e identità nell’Alzheimer grave. Prendersene cura attraverso l’arte
terapia, Archivio Tesi di Art Therapy Italiana, 2008, p.9

 

 

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