L’importanza della figura paterna per la mamma e per il bambino

La letteratura psicologica del secolo scorso si è quasi sempre soffermata molto più sulla relazione madre- bambino piuttosto che al sistema triadico madre-padre–bambino o sulla relazione padre-figlio. Ritengo invece che la figura paterna abbia un’importanza fondamentale per lo sviluppo psicologico del bambino. Gli studi moderni rivalutano il ruolo del padre sin dalla nascita , giacché il padre influenza il clima familiare e incide sul benessere psicologico della madre.

Il padre non è semplicemente la luce che illumina la diade madre-bambino ma è, assieme a loro, l’essenza di un quadro in cui ogni singola parte ha senso solo in relazione alle altre.

Questo concetto rappresenta la filosofia di sfondo della nostra Area Nascita, dove il padre da sempre viene coinvolto e reso protagonista fin dai primi mesi di gravidanza .

La gravidanza:

Vi starete chiedendo…cosa c’entra il papà con la gravidanza? Ebbene, il papà è fondamentale in gravidanza, poiché, grazie alla sua capacità di accogliere le ansie materne induce, di riflesso, un enorme benessere sul buon proseguimento della gravidanza stessa e sulla crescita intrauterina del piccolo. Il papà infatti spesso rappresenta la parte lucida e razionale che va a compensare la parte emotiva materna, dovuta in particolar modo agli sbalzi ormonali. Il padre rappresenta la fonte di sicurezza e protezione, il punto di riferimento e il sostegno per la donna e di conseguenza anche per il bambino stesso. Attraverso la voce e le carezze sulla pancia della mamma, inizia a costruire quello che sarà il futuro legame con il nascituro. Come infatti il piccolo riconosce la voce della mamma al momento della nascita, allo stesso modo è in grado di distinguere la voce del suo papà. Per il padre guardare il proprio bambino appena nato, vuol dire averlo “partorito” e fatto nascere a modo suo, utilizzando la sua mente e la sua anima invece del corpo. Gli studiosi hanno scoperto che anche per il padre esiste un momento in cui si realizza l’attaccamento al proprio bambino e quindi il desiderio di stare in sala parto non è solo per sostenere la propria compagna, ma anche per sostenere il proprio figlio fin dall’inizio, proteggendolo e incoraggiondolo in un momento così difficile.

(in questo mese ad esempio è stato organizzato un workshop speciale gratuito di yoga gravidanza in coppia o un gruppo per i papà per imparare a portare col babywearing e iniziare a creare un legame)

Nascita e accudimento …

Alla nascita, sovente, c’è l’erronea convinzione che il piccolo dipenda totalmente dalla mamma, niente di più falso. Ricordiamoci che il papà ha contribuito alla sua nascita e già questo gli conferisce importanza, e in secondo luogo egli, accudendo il piccolo nell’igiene e ove necessario nell’allattamento misto o nel gioco, sarà decisivo per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino e per il benessere della mamma. La mamma, spesso stremata dal parto, ha bisogno del sostegno e dell’aiuto del compagno fin da subito; essere genitori significa essere squadra e insieme affrontare le sfide di tutti i giorni. In passato i padri si preoccupavano poco di accudire il loro bambino, a causa di stereotipi culturali e sociali, che oggi però sono cambiati. I padri vogliono essere più presenti, voglio essere partecipi di ogni tappa di sviluppo e vogliono esserci col cuore. Il loro compito qui è inserirsi nella diade madre-bambino e farsi spazio. Soprattutto nei primi mesi dopo il parto, il padre rappresenta la risorsa, quello che si deve accorgere se c’è qualcosa che non va, se la mamma è stanca, stressata e sta mostrando i primi segnali di malessere.

I bambini amati e accuditi diventano adulti sereni e sicuri di se con un elevato tasso di stima in se stessi, affinché ciò sia possibile, è necessario che il padre, al pari della madre svolga un ruolo fondamentale e complementare nella crescita e nell’accudimento dell’infante (non perdetevi lo spazio speciale di questo mese dedicato alla lettura con i bimbi di libri sul papà!)

Una ricerca fatta da Ronald Ronher e Abdul Khaleque conclude che i bambini, in risposta al rifiuto da parte dei genitori, non solo tendono a sentirsi più ansiosi e insicuri, ma risultano anche più ostili e aggressivi nei confronti degli altri. Il dolore del rifiuto tende a ripresentarsi in età adulta, rendendo più difficile instaurare relazioni sicure e fiduciose con i loro partner.

Infanzia …

Nell’infanzia i bambini imparano a osservare il mondo con i propri occhi, avendo sempre i genitori come punto di riferimento. Le sensibilità differenti fra uomo e donna insegnano al bambino a osservare il mondo da più punti di vista. Gli uomini, in genere più pragmatici, aiutano i bambini nella scoperta del mondo attraverso qualche giochino più pazzerello. Le mamme tendono a essere iper protettive, tuttavia, evitando generalizzazioni banali si potrebbe dire che in questa fase, i papà avendo maggiore audacia, permettono al piccolo sempre nuovi traguardi, aumentando la fiducia in se stessi.

Adolescenza …

L’adolescenza è considerata da sempre un periodo di passaggio dal mondo infantile al mondo adulto. Il piccolo si ritrova a passare da bambino a uomo e questo comporta un senso di inadeguatezza che influenza i suoi sentimenti e i suoi comportamenti.

Alcuni bambini durante l’adolescenza presentano corpi da uomini, incastrati in atteggiamenti da bambini, altri ritardano lo sviluppo fisico ma sono avanti in quello psicologico. I genitori e in particolar modo i papà in questa fase hanno il compito di farli sentire ancora una volta accolti, rispondendo anche alle domande che potrebbero essere più imbarazzanti. Parlare con i propri figli è il passo fondamentale che ogni individuo e in particolar modo il papà deve fare. Siamo cresciuti in una società, dove ai papà non era insegnata l’espressione dei suoi sentimenti, egli era la figura autoritaria di cui temere. Oggi sappiamo che non è così, che gli uomini al pari delle donne, hanno un’elevata sensibilità, differente nei tempi e nei modi, ma pur sempre presente. Questo bagaglio di emozioni deve essere utilizzato per accogliere le paure e le domande dei figli, essendo presente quando è necessario e mantenendo la giusta distanza per non apparire invadente. Tutto ciò sarà determinante per lo sviluppo dei nostri piccoli e farà di loro degli adulti consapevoli e sicuri.

“Ogni uomo può essere padre….ma ci vuole una persona speciale per essere un papà”

Auguri a tutti i papà!

 

A cura di Debora Comi, psicologa psicoterapeuta sistemico socio-costruzionista, esperta in ambito perinatale; Coordinatrice Area Nascita; Membro Equipe Progetto Iside e Area Psicologia; Progetto Win Win

 

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