Alla scoperta della depressione: viaggio tra patologia e quotidianità

Quando nella vita di tutti i giorni ti è capitato di essere triste o chiuso in te stesso? 

La risposta a questa domanda la troverai facilmente, in quanto capita frequentemente di non sentirsi capiti da una persona cara, o di non sentirsi riconosciuti in famiglia o in ambito professionale. Spesso però l’emozione della tristezza viene allontanata, in quanto socialmente non accettabile. NON si può e NON si DEVE essere tristi, o meglio NON ci si può permettere di farlo a vedere agli altri per paura di essere giudicati e di conseguenza si tende a tenere tutto dentro e ad incassare colpo su colpo, chiudendoci sempre di più in noi stessi e diventando sempre meno autentici.

In realtà la tristezza è un’emozione SANA che ci porta a riflettere e a prendere consapevolezza di quanto ci è accaduto e come ci siamo sentiti. La tristezza va vissuta e ascoltata. A volte subentra dopo eventi di vita straordinari, come un lutto, una perdita importante.

Ma allora quando diviene “patologica” e bisogna iniziare a preoccuparsi ?

Nel momento in cui non rappresenta più una risposta fisiologica a ciò che è accaduto ma inizia a invadere e condizionare la qualità della nostra vita: si comincia ad essere apatici, a non avere voglia di fare niente, per la maggior parte della giornata l’umore è depresso con tendenza al pianto, si può avere scarso o troppo appetito, disturbi del sonno, perdiamo interesse per la maggior parte delle attività che prima ci stimolavano e iniziamo ad avere un funzionamento limitato, con sensazioni di vuoto e irritabilità.

In questi casi allora può essere che si stia innestando una depressione vera e propria, una patologia che non va assolutamente sottovalutata e trascurata.

La depressione è uno dei disturbi psichici più comuni e invalidanti, derivante spesso a seguito di una sensazione di perdita o di una perdita effettiva. La percentuale di persone che soffrono di depressione sembra aumentare costantemente nel tempo e, non a caso, l’OMS ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.


In generale, sentirsi depressi significa vedere il mondo attraverso degli occhiali con le lenti scure: tutto sembra più opaco e difficile da affrontare, anche alzarsi dal letto al mattino o fare una doccia. Molte persone depresse hanno la sensazione che gli altri non possano comprendere il proprio stato d’animo e che siano inutilmente ottimisti.
Tuttavia le cause della depressione restano molteplici e diverse da persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di lavoro,…). Le ricerche mostrano la presenza di due fattori di rischio principali come cause della depressione:

  • il fattore biologico: alcune persone nascono con una maggiore predisposizione genetica verso la depressione;
  • il fattore psicologico: le esperienze e i comportamenti appresi nel corso della propria storia di vita (es: la ruminazione mentale) possono rendere vulnerabili alla depressione

E’ importante quando ci si rende conto che qualcosa non sta funzionando, parlarne con qualcuno, esternare i propri vissuti e chiedere aiuto ad un professionista competente. Uno dei trattamenti preferenziali è infatti la psicoterapia, a volte abbinata ad un trattamento farmacologico per i casi più gravi.

A volte non è facile arrivare a chiedere aiuto…si può provare vergogna, paura, giudizio o sfiducia che tanto nulla potrà cambiare.

In realtà prima si interviene, prima si evita che si instauri un vortice dalla quale poi è complesso uscire.

Dalla depressione si può guarire….basta volerlo! Serve crederci e mettersi in gioco !

Di questo ed altro parleremo nella serata gratuita patrocinata dal comune di Vimercate di lunedì 14 gennaio ore 20.45 presso l’auditorium della Biblioteca.

Vi  aspettiamo!

A cura di Debora Comi, psicologa psicoterapeuta sistemico socio-costruzionista

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