Si esce!

Sono i nostri bambini, che portiamo il sabato pomeriggio al parco per giocare con gli amichetti, che accompagnamo la domenica mattina in piscina, che improvvisamente durante una tranquilla cena chiedono: “Mamma, papà, sabato posso andare al cinema con le amiche?”.

Ed improvvisamente ai genitori si spalancano gli occhi e manca il fiato perché in un solo istante realizzano che il proprio bambino non è più tale, ma che sta diventando un adolescente che si affaccia alla vita cercando autonomIa.

Ad ogni coppia di genitori spetta la decisione, condivisa, di quali regole dare ai propri figli: orari, luoghi e, in alcune situazioni, persino persone da frequentare. Questo non deve spaventare. Quando i figli sono piccoli abbiamo poche remore nell’indicare la strada giusta e lo facciamo anche nonostante le loro rimostranze. Questo stesso comportamento risulta più complicato con un adolescente perché si può far strada l’idea che il dare regole, anche piuttosto severe, significhi limitare la loro libertà. È nella natura stessa della regola la limitazione della volontà di un individuo, ma questo non significa che non siano necessarie. Il ragazzo che si ha di fronte non è una persona matura e in quanto tale ha bisogno di una guida e di chi delimiti in maniera chiara il campo di azione in cui può muoversi.

Il dare regole non metterà ovviamente al riparo da tutti i possibili problemi ed errori in cui potrà incorrere. A un bambino, per esempio, si dice spesso che il forno acceso scotta: a volte ascolta, a volte no perché ha la necessità di sperimentare e quella piccola bruciatura sarà per lui un grande insegnamento. Allo stesso modo non bisogna mai stancarsi di ripetere le regole che si sono stabilite a un figlio più grande, ma si deve anche comprendere che qualche errore è assolutamente necessario alla crescita perché solo così un individuo può fare esperienza di vita.

Perché un bambino impari a camminare, si deve accettare il fatto che cada ripetute, innumerevoli, volte. Allo stesso modo si deve accettare che un individuo che si sta relazionando con la società in maniera autonoma inevitabilmente farà delle “cadute” dalle quali si rialzerà pronto per riprendere il cammino.

C’è però una parola chiave in tutto questo: fiducia. Si deve avere fiducia nei propri figli e si deve avere anche fiducia nell’educazione data fino a quel momento. Solo così qualunque regola troverà un senso e, anche se infranta, verrà riconosciuta come valida e a suo tempo rispettata senza troppo sforzo.

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