Osservando i bambini nel corso dei primi anni di vita, ci rendiamo conto che gran parte del loro tempo è occupata da diverse forme di gioco. Ma per un neonato? Cosa vuol dire “giocare”?
Il pregiudizio diffuso è che i neonati siano troppo piccoli per poter “giocare”.
Nel corso del primo anno di vita il gioco, nelle sue varie forme, serve ai bambini per orientarsi nel mondo che li circonda:Il gioco non è soltanto un modo per conoscere il mondo ma è anche una forma di comunicazione, di esperienza emotiva e di azione trasformativa sulla realtà e per questo importantissimo.
Per un neonato giocare significa ESPLORARE: La differenza tra esplorazione e gioco sta nel fatto che mentre l’esplorazione fornisce informazioni sulle proprietà degli oggetti (forma, colore, grandezza ecc.), il gioco vero e proprio serve per dare informazioni su quello che si può fare con esso. Ma che cosa esplora un neonato? Be innanzitutto il proprio corpo, il primo gioco di cui dispone 24 ore su 24 per non annoiarsi. Ecco allora che tra il secondo e il terzo mese di vita il bambino inizia ad avere un interesse diverso per le varie parti del suo corpo: dapprima le manine! Se le guarda, poi capisce che può portarle alla bocca, e infine che con esse può afferrare gli oggetti. Poi scopre i piedini (di solito intorno ai 4 mesi circa) e inizia a toccarli e a mangiucchiarseli. Quando il neonato sta facendo queste scoperte, sta “giocando” e se lo vediamo immerso e concentrato non disturbiamolo (togliendogli le manine dalla bocca per esempio) ma lasciamolo fare! Attraverso dunque l’esplorazione del proprio corpo e delle proprie capacità di agire, attraverso l’interazione ludica con le persone che si prendono cura di loro e mediante la manipolazione di oggetti, i bambini acquisiscono una buona conoscenza della realtà circostante, fisica e sociale, che servirà loro nei giochi simbolici più complessi, tipici del secondo anno di vita. Il neonato tende ad accogliere e cercare stimolazioni continuamente. Il primo mese di vita il bambino mette in atto un puro “esercizio di schemi”: ad esempio succhiare a vuoto, o ripetere dei movimenti, per il puro piacere connesso a questo esercizio. Ma dal secondo mese, le cose cominciano a cambiare: compare il “sorriso” sociale: i piccoli cominciano a sorridere all’adulto di riferimento, cominciano a sostenere lo sguardo e a interagire in risposta agli stimoli esterni. I ritmi diventano più regolari, l’attenzione si fa più prolungata e aumenta anche il controllo motorio.
Fondamentale è che la mamma o il caregiver di riferimento fornisca al bambino un livello di stimolazione soddisfacente, sorridendo, parlando, cantando, guardandolo: l’interazione faccia a faccia è preziosa per iniziare a costruire il legame di attaccamento. Le stimolazioni che vengono proposte non devono essere eccessive ma devono essere sempre proporzionate all’età. Teniamo presente che il tempo di attenzione di un neonato è molto limitato (si parla di uno – due minuti di massima): quindi se proponiamo un gioco e il piccolo lo osserva per trenta secondi e poi distoglie lo sguardo non significa che non è interessato. Quello è il tempo di attenzione che riesce a dedicare. Man mano che il bambino cresce, con l’andare dei mesi, il tempo di attenzione aumenta.
E’ bene sempre proporre un gioco alla volta, soprattutto se implica l’utilizzo di sensi diversi (udito, tatto ecc.).
Il gioco è fondamentale per lo sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo del bambino. E’ ciò che gli permette di iniziare a conoscere e controllare le prime frustrazioni (es: il bambino che ancora non riesce a gattonare e vuole prendere un oggetto che è troppo distante da dove si trova).
Ma cosa proporre? Puoi creare anche giochi fai da te, senza per forza acquistare giochi in commercio.
Ricordati che ai bambini piacciono di più gli oggetti della vita quotidiana che i giocattoli industriali! Quelli più semplici e che apparentemente non sembrano neanche giochi sono sempre quelli che attirano di più l’attenzione! E allora forza! Dai sfogo alla tua creatività! Se ti diverti tu , si divertiranno anche loro!
Periodicamente al melograno proponiamo laboratori esperienziali mamma-bambino per imparare a stimolare in modo adeguato i neonati
Qui maggiori info:
IL GIOCO CON IL MIO BAMBINO – Centro Il Melograno
A cura di Debora Comi, psicologa e psicoterapeuta, esperta in psicologia perinatale
nascita@centroilmelograno.it
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