Adolescenza: il bello di diventare grandi!

Scontrosi, maleducati, ombrosi, spesso arrabbiati con il mondo. Questa è la descrizione che spesso viene fatta degli adolescenti, di quei bambini che in modo faticoso (si ritiene) iniziano il percorso che li porterà nell’età adulta.

In psicologia si parla di “profezia che si avvera”: l’aspettarsi che un comportamento negativo accadrà spinge inevitabilmente ad interpretare come ostile qualunque tipo di comportamento. Questo è quello che accade solitamente a un adolescente: i genitori, gli insegnanti, gli adulti in genere, sono talmente predisposti a pensare che l’adolescenza sia un periodo difficile, segnato da inevitabili contrasti, che spesso riescono a vedere solo il negativo di questo periodo della vita che invece è uno dei più avvincenti e stimolanti.

L’adolescenza è indubbiamente un periodo di passaggio, in cui il bambino deve trovare un modo nuovo di relazionarsi con se stesso e con il mondo che lo circonda. Questo passaggio però non è necessariamente conflittuale, anzi nella maggior parte dei casi gli adolescenti, facendo appello alle proprie risorse e ai rapporti instaurati in precedenza con la famiglia e con le persone che li circondano, riescono ad affrontare questo passaggio in maniera serena.

Ed è proprio nel periodo che precede l’adolescenza che si deve lavorare: “preparare” il bambino al cambiamento, porsi in ascolto, accettare che il proprio figlio sia una persona diversa dai genitori (proprio come accade nei primissimi anni di vita quando ci sono i primi “moti di indipendenza”) sono le armi vincenti per vivere in maniera serena un percorso il cui risultato porta alla “nascita” di una persona adulta, con cui relazionarsi in modo completo, con cui confrontarsi in maniera più profonda.

C’è un altro aspetto importante da considerare nel pregiudizio nei confronti degli adolescenti. In questo passaggio dall’infanzia all’età adulta, più che in qualunque altra fase di crescita, la persona deve crescere in relazione ad un contesto sociale che è mutabile e che, soprattutto negli ultimi decenni, è cambiato drasticamente. Quindi è importantissimo ricordare che l’adolescenza dei figli sarà inevitabilmente diversa da quella dei genitori: in primo luogo perché i primi sono persone diverse dai secondi, ma soprattutto perché il contesto sociale in cui questo passaggio avviene è diverso rispetto a quello che ha accolto i genitori durante la loro adolescenza. Pronunciare la classica frase “ai miei tempi…” è un ottimo modo per iniziare fin dai primi momenti a non accettare quel cambiamento che l’adolescente sta compiendo.

Per affrontare il cambiamento al meglio è indispensabile pensare che non siano solo gli adolescenti a dover cambiare. Anche i genitori devono farlo. Affrontare insieme un percorso di questo tipo sarà un meraviglioso viaggio alla scoperta di se stessi, di un figlio diverso rispetto a quello che si è sempre conosciuto e di un nuovo rapporto più profondo e stimolante.

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