“Lo yoga ci insegna a modificare ciò che non può essere accettato e ad accettare ciò che non può essere modificato.” B.K.S. Iyengar
IL GIOGO DEI MODELLO IDEALE: ANSIA DA PRESTAZIONE IN LOOP
“Fame d’amore che divora il corpo”, “Malattia dell’anima” on queste metafore si parla oggi dei disturbi alimentari, scompenso “Figlio dei nostri tempi” sempre più diffuso nell’era post covid. “Malattia culturale” è un’altra citazione spesso usata, per descrivere una disfunzione risultato di un sistema socioeconomico sempre più competitivo, che promuove prestazioni e modelli di perfezione corporea insostenibili, dai quali non tutti riescono ad emanciparsi. Un’identità fragile, in fase di sviluppo o traumatizzata, può cedere a questa pressione esterna, perdere i propri riferimenti interni e rischiare di smarrirsi, in bilico tra desiderio di aderire al modello e rassegnazione ad un senso di inadeguatezza e irraggiungibilità. Questa dinamica altalenante tra poli opposti, spesso delinea la difficoltà a sganciarsi dalla pressione esterna, diretta o indiretta, verso le aspettative imposte dall’ambiente circostante, sia esso il contesto sociale o quello famigliare.
Da questo punto di vista, il disturbo alimentare può essere visto come deriva del “traumatismo diffuso” cui specialmente le nuove generazioni sono esposte, per contatto prolungato e massivo con il mondo digitale e i nuovi modelli ideali da esso presentati.
YOGA E MODERNITA’
“Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente” ct Buddha
Per l’individuo di oggi immerso in un mondo dominato dalla performance e da cambiamenti velocissimi, in cui la linea del tempo è scandita dall’ansia verso la richiesta di un miglioramento senza fine, lo yoga .rappresenta un’àncora per la mente in corsa e un’approdo sicuro per l’animo scisso ed esausto. Occasione per tornare al sé, attraverso il radicamento nella realtà del corpo, dei sensi e del respiro. Chiave quest’ultimo che modifica la percezione temporale, dilata lo spazio del presente e ferma l’incessante ricorsa della mente “verso il meglio” e “verso il futuro”, “verso il dopo” attitudini che deviano l’attenzione dalla realtà presente contribuendo alla SCISSIONE CORPO MENTE.
Fermare la mente per RIMANERE NEL QUI E ORA, rappresenta l’opportunità per tornare a percepire sé stessi nella propria interezza, a partire dal quello stesso corpo vittima di un animo insofferente. La disciplina yogica, è l’occasione per ridisegnare i confini di un corpo finalmente reale, sentito e percepito in ogni sua parte: UN CORPO TORNATO ABITABILE DALLA MENTE (EMBODIMENT) e dalla consapevolezza, perché risvegliato e nuovamente confortevole. Attraverso lo yoga, TORNA IL PIACERE DI ESSERCI, DI ESISTERE, DI SENTIRE: torna quel benessere che dona valore all’Essere individuale così com’è, senza giudizio, ponendo le basi per un AUTO ACCETTAZIONE e per una REALE COMPASSIONE E AMORE VERSO SE’ STESSI.
YOGA E DISTURBI ALIMENTARI: PERCHE’?
“Quando lascerai perdere il tentativo di migliorarti, la vita ti migliorerà. In quel rilassamento, in quella accettazione di te stesso, la vita inizierà ad accarezzarti e a fluire attraverso di te” ct Osho
In presenza di disturbi alimentari, il processo yogico ha una ulteriore valenza poiché STIMOLA AD UN “CAMBIO DI LETTURA” dei segnali corporei: DA UN CORPO NEMICO ESPRESSIONE DEL
DISAGIO, AD UN CORPO ALLEATO DELLA GUARIGIONE; dall’impulso inconscio a punire quella
fisicità che non risponde ai dettami ideali della mente, al desiderio di non nuocersi e di FARSI DEL BENE, lasciando andare l’attaccamento a quel fittizio senso di sicurezza indotto dall’idea di perfezione e controllo.
Lo yoga invita ad AFFINARE NUOVI STRUMENTI DI INTERPRETAZIONE DEI SEGNALI CORPOREI, per RICONOSCERE I SINTOMI DELLE FATICHE CHE PREDICONO LO SCOMPENSO EMOTIVO e per orientare così le scelte quotidiane verso la prevenzione e il benessere. In questo senso lo yoga rappresenta un’occasione di vero e proprio APPRENDIMENTO SOMATICO che “modifica il codice interpretativo”: da un corpo al servizio della mente, scisso e martoriato come obiettivo della performance e dell’ideale, AD UN CORPO INTEGRATO E VISSUTO COME OGGETTO DEL BENESSERE. Lo yoga nei disturbi alimentari in sostanza, invita a SPOSTARE L’OGGETTO DELL’ATTENZIONE DALLA MENTE AL CORPO, facendone di quest’ultimo un oggetto di realtà anziché di sola rappresentazione.
Uno yoga per i disturbi alimentari, è possibile a condizione di COMPRENDERE A FONDO IL DISAGIO e la logica di un UN CAMMINO YOGICO SPECIFICO che guidi passo dopo passo dalla convivenza con la disfunzione, ad una possibilità di compensazione e di cura. Scorriamo insieme per punti, quindi, una sintesi delle dinamiche comuni sottese ai disturbi del comportamento alimentare.
UN PESO SULL’ANIMA: IL SENTIMENTO DI DISISTIMA
Si dice che l’autostima e la percezione di sé siano frutto dell’immagine che ci viene restituita a specchio dall’ambiente in cui viviamo. Questo si è dimostrato essere vero per una sola quota parte: l’autostima è in realtà il risultato di varie componenti, alcune genetiche, ed è il frutto di un processo complesso attraverso cui essa può modificarsi nel corso della vita. PRODROMI DELLO SCOMPENSO EMOTIVO NELLE EPICRISI dei disturbi del comportamento alimentare sono:
IL MONDO IN SCATOLE CHIUSE: LA RIGIDITA’ DEL PENSIERO
Fattore predisponente allo scompenso emotivo, è la propensione ad una certa rigidità del pensiero che tende ad imporre una rappresentazione assoluta ed estrema della realtà, senza possibilità di mediazione tra opposti: Una tendenza per certi aspetti simile alla necessità nell’infanzia di semplificare la complessità della realtà, sintetizzandola in schemi che pretendono di esaurirla a scopo di poterla meglio comprendere, controllare e semplificare:
VISSUTI TRAUMATICI: LA FRATTURA NARRATIVA
La presenza di esperienze o vissuti traumatici, è sempre presente tra le concause del disagio nei disturbi alimentari. Le dinamiche emotive e fisico-metaboliche legate al trauma predispongono al disagio, prodromo dello scompenso alimentare, in maniera soggettiva: tanto più rigido è il pensiero, quanto maggiori le difficoltà di adattamento al cambiamento e la vulnerabilità al trauma, siano essi:
Nella storia del vissuto personale, IL TRAUMA GENERA UNA FRATTURA NARRATIVA : UNA
ROTTURA CON IL PASSATO E LE ESPERIENZE DOLOROSE. Il trauma emotivo rimosso, ricade sul corpo, che accusa continua ad “accusarne il colpo. La scissione della memoria che tende ad isolare l’esperienza traumatica per dimenticarla, elimina la possibilità di rielaborarla integrandola nella storia del vissuto. Rielaborare per farsene una ragione, significa RIPRENDERE IL FILO DI SENSO DELLA PROPRIA ESISTENZA, ricostruendo quella trama che si era interrotta e ritrovando motivazione, voglia di agire e vivere.
LA DISCONNESSIONE CHE DIVIDE: SCISSIONE CORPO MENTE
Risultato più o meno manifesto di quanto sopra, a meno di altre problematiche specifiche individuali, e caratteristica comune ai disturbi del comportamento alimentare, è la disconnessione del corpo dalla mente.
Ossia una DIMINUITA O ASSENTE SENSIBILITA’ CORPOREA ED INTEROCEZIONE: la capacità di interpretare i segnali del corpo come indicatori dello stato di benessere o di sofferenza fisica ed emotiva.
Questo fenomeno, comporta ricadute devastanti sulla salute, predisponendo costantemente allo scompenso emotivo:
VERSO UNO YOGA SPECIFICO PER I DISTURBI ALIMENTARI
Vediamo dunque ora insieme, passo dopo passo, come affrontare queste fatiche comuni legati ai disturbi del comportamento alimentare attraverso lo yoga.
0° – PASSO ZERO – IL PREREQUISITO: YOGA TRAUMA INFORMED
Avendo visto insieme come il trauma appartiene alle concause del disturbo del comportamento alimentare, non possiamo da esso prescindere nella costruzione di un cammino yogico di cura. Prerequisito fondamentale di qualsiasi pratica yoga per i DCA è la predisposizione di un SETTING TRAUMA INFORMED ossia un ambiente che predispone ad ABBASSARE LA SOGLIA DI ALLERTA emotiva e lo stress, favorendo il rilassamento e l’ascolto. Le componenti per creare uno “SPAZIO SICURO” dal punto di vista fisico ed emotivo, devono tenere conto di tutti i fattori che possono indurre discomfort fisico o disagio emozionale:
1° PASSO – YOGA DELL’ONDA: RIEQUILIBRARE E COMPENSARE LA DISREGOLAZIONE
FISICO-EMOTIVA
“La pace viene da dentro. Non cercarla fuori” ct Buddha
Prendiamo ora in considerazione i due macro-tipi di disregolazione legati ai DCA per definire i termini di una pratica riequilibrante e compensativa, che prepari il terreno al vero e proprio percorso di cambiamento.
1. DALLA MENTE AL CORPO: QUANDO IL CERVELLO DI MANGIA IL CORPO
Metafora calzante per la fase depressiva dei DCA, quella della restrizione alimentare (anoressia, vigoressia) che comporta:
2. DAL CORPO ALLA MENTE: QUANDO IL CORPO MANGIA SE’ STESSO PER CALMARE LA MENTE
Metafora che spiega per la fase iperattiva dei DCA, quella del dis-controllo nutrizionale (beang eating o bulimia) che comporta:
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2° PASSO – RICONNESSIONE (EMBODIMENT): RESENSIBILIZZARE IL CORPO,
RISVEGLIARE LA CONSAPEVOLEZZA
La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all’esterno, sogna. Chi guarda all’interno, apre gli occhi.” ct G. Jung
Comune alla maggior parte delle persone con DCA è la presenza di insensibilità e blocco di movimento del bacino, come fosse parte scissa e dimenticata del corpo, energeticamente bloccata, anestetizzata. Una pratica che voglia risvegliare invece la sensibilità corporea e la percezione del fisico, dovrà centrarsi su:
YOGA GROUNDING: RADICAMENTO PER SBLOCCARE IL PRIMO CHAKRA
Riconnesso il corpo alla mente, è possibile approdare ad una pratica più lenta, di ascolto e radicamento, che consenta di focalizzarsi meglio sulle varie parti del corpo recependo a fondo lo stato complessivo, con movimenti più statici associati all’elemento terra del primo Chakra, con i seguenti benefici:
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3° PASSO – ROMPERE LO SCHEMA: AL DI LA’ DELLA PAURA
Una volta riequilibrato e re-sensibilizzato il corpo, si può diventare pronti ad affrontare il MOMENTO CARDINE DEL PERCORSO YOGICO, quello della SVOLTA: il momento in cui affrontare la parte meno piacevole, meno tollerabile e accettabile di noi stessi attraverso la fatica e l’accettazione di ciò, allo scopo di:
YOGA DEGLI EROI: IL CORAGGIO DI LOTTARE NEL TERZO CHAKRA
Per questa parte del viaggio yogico, l’invito è quello di disegnare una pratica energetica nell’elemento fuoco, il terzo chakra legato all’identità personale, all’Io e all’Ego, con le figure degli eroi maschili e femminili, i guerrieri, legati alla TRASFORMAZIONE DEL SE’ e quindi alla MODIFICAZIONE STABILE DELLA PERCEZIONE DI SE’. E’ l momento in cui, dopo una lunga preparazione approdiamo alla fase di svolta consapevole, in cui affrontare ciò che ci fà male in una pratica in cui:
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4° PASSO – INTEGRARE GLI OPPOSTI
Affrontata la zona d’ombra dentro di sé, è possibile iniziare a lavorare per l’integrazione di essa nella nostra identità e nella nostra vita, rielaborandola e integrandola. Abbracciare la nostra fragilità ascoltando ciò che di volta in volta essa ci suggerisce, sarà la chiave per proteggerci da ciò che ci fa male e cogliendo aspetti della realtà che prima andavano persi. In questo percorso, sarà possibile:
YOGA DEL CUORE: POTENZIALE L’ENERGIA CHE UNISCE NEL QUARTO CHAKRA
E’ il momento della vera e propria integrazione di quegli opposti prima divisi, scissi e rimossi, con una pratica nell’elemento aria afferente al quarto chakra, il chakra del cuore.
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5° PASSO – EMPOWERMENT: RISCOPRIRE LA PROPRIA LUCE
Ed è arrivati qui, che finalmente inizia i cammino yogico propriamente detto, quello volto a scoprire la parte più originale della persona, liberandola dal gioco dei condizionamenti dell’ambiente e dalle autodifese che la comprimono, per volgersi a sprigionare la propria luce. Ciò che rimane ora è proprio il sé, l’io: finalmente emerso, sprigionato e perfetto così com’è attraverso:
YOGA DELL’UNO – TORNARE ALL’UNITA’ NELLA CONNESSIONE CON SESTO CHAKRA
Ecco allora che una pratica sull’elemento etere che riguarda il sesto chackra, il nostro terzo occhio e la capacità di intuire e guardare oltre, rappresenta l'approdo ultimo di questo viaggio che dall’embodiment può permettersi di tornare ad una pratica Top-down, di disembodiment, capace di attivare e sentire il corpo a partire da una mente che ormai ha imparato a decifrare i segnali. Ecco allora che una pratica nella fase più avanzata del cammino, può focalizzarsi su:
a cura di Elena De Donato
Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️
BIBLIOGRAFIA E RICERCHE
. Yoga and Eating Disorders: Ancient Healing for Modern Illness – Carolyn Costin, Joe Kelly – 2016
. Peter Levine – “Somatic experiencing: esperienze somatiche nella risoluzione del trauma” – ed. Astrolabio 2014
. Bessel Van Der Kolk – “il corpo accusa il colpo” – Ed. raffaello Cortina 2015
. Stephen W. Porges – La guida alla teoria polivagale. Il potere trasformativo della sensazione di sicurezza – Giovanni Fioriti Editore – 2018
. Brandon Adams, Mark Stephens, Margaret A. Howard – “Teaching Trauma-Sensitive Yoga: A Practical Guide” – 2018
. Marilia Albanese, Fiorenza Zanchi, Gabriella Cella – “I chakra l’universo in noi’ – Ed. Xenia tascabili 1999
. E. De Donato – Yoga nel corpo: embodiment o disembodiment? – Yoga Magazine.it2022 –
https://www.yoga-magazine.it/2022/02/yoga-nel-corpo-embodiment-o-disembodiment/
Effetti dello yoga su:
. Plasticità cerebrale – Meditation experience is associated with increased cortical thickness. Lazar S. W. et al., (2005).
. Tolleranza al dolore – Insular cortex mediates increased pain tolerance in yoga practitioners. Cereb Cortex. 24(10):2732-40 – Villemure C, Ceko M, Cotton VA, Bushnell MC. (2014)
. Plasticità neuronale – Serum cortisol and BDNF in patients with major depression – effect of yoga. International Review of Psychiatry vol 28, issue 3: Yoga and Mental Health – Naveen, G.H., Varambally, S.,Thirthalli, J., Rao, M., Christopher, R., Gangadhar, B.N. (2016).
. Ansia e depressione – Yoga for anxiety: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials – Cramer et al., 2018.
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