Un bambino senza scuola è un bambino a metà: l’importanza della scuola in presenza per il benessere del bambino

Finalmente la scuola è finita! Questo è il pensiero di molti genitori, sopratutto mamme, che si sono travati ad organizzare sostenere e motivare i bambini in queste settimane di Didattica a Distanza.

Questo è un argomento che mi sta a cuore, sicuramente perchè l’ho vissuto in prima persona con i miei figli osservando ogni giorno le implicazioni pratiche ed emotive di questa metodologia e del lockdown in generale. In secondo luogo professionalmente perchè da alcune ricerche emerge che questo periodo è stato vissuto da molti bambini come un vero trauma, con esiti simili: ansia, fobie, regressioni,disturbi dell’umore ecc.

Per questi motivi ho accolto con piacere l’invito di Francesca Fiore (co-fondatrice del gruppo FB “La Lombardia riparte dai bambini”) a partecipare ad una tavola rotonda che si è tenuta mercoledì 10 giugno proprio sul tema della Didattica a Distanza, delle sue risorse e dei suoi limiti.

A tal proposito l’esito di questa metodologia è risultato molto variegato:  le modalità di attuazione della didattica a distanza hanno dato risultati a macchia di leopardo, in alcune situazioni sono state esperienze di successo, in altre fallimentari, dove però chi aveva passione nell’insegnare da un lato e nell’educare i propri figli dall’altro ha dato prova di creatività,impegno, costanza, collaborazione e voglia di mantenere il filo rosso della relazione tra insegnanti e bambini.

Nei fatti la DAD è stata una soluzione che ha permesso di “salvare l’anno scolastico”, ma è necessario e urgente considerarla una soluzione temporanea per gestire un’emergenza sanitaria. Non può e non deve essere considerata una nuova possibile normalità. Questo per molteplici motivi, che riguardano le peculiarità della didattica e delle metodologie di apprendimento, questioni organizzative legate alla presenza obbligatoria di un adulto che affianchi i bambini e questioni più legate ai bisogni evolutivi dei bambini che trovano nella scuola in presenza un terreno fertile per essere assolti.

Ed è proprio di questo che vorrei parlare in questo articolo seguendo  l’idea della scuola come luogo di possibilità per  bambini e adolescenti.

La scuola come detto non può essere considerata solo luogo di istruzione, di passaggio di conoscenze e nozioni. La scuola riveste un’importanza vitale per lo sviluppo psicofisoco e relazionale di bambini e adolescenti.

Già a partire dalla scuola dell’infanzia il bambino  si inserisce in un contesto sociale molto diverso da quello familiare, ma comunque a sua misura e pensato proprio per accompagnarlo nel suo pecorso di crescita come persona. É lì infatti che inizia a differenziarsi psicologicamente da mamma e papà per scoprirsi diverso e separato da loro, quindi individuo che può e vuole incidere nella realtà, inizia a scoprirsi “grande” , inizia a gustare la bellezza e anche la fatica dell’avere amici e di avere un rapporto speciale con altri adulti, che non sono mamma e papà o i nonni…

Questo processo prosegue e si accentua nella scuola primaria. Scuola che come dicevo prima può essere considerata LUOGO DI POSSIBLITA’.

Innanzitutto la possibilità di proseguire il processo di individuazione, trovando risposte via via più complete e sfaccettate alle grandi domande: chi sono io? Come mi vedono gli altri? Piaccio? Sono simpatico?

A scuola i bambini hanno la possibilità di insaturare relazioni significative con adulti competenti e appassionati  (almeno ce lo auguriamo) e pari e queste relazioni diventano fonte di riconoscimenti, gratificazioni, ma anche di frustrazioni, tutte dimensioni egualmente utili alla crescita sana e armoniosa del bambino. Bambino che ha bisogno di nutrire il proprio senso di valore, la propria autostima, dentro la quale però è contenuta anche la capacità di riconoscere e accettare il Limite proprio o del contesto sociale.

Il confronto con il limite è importante, perchè se sapientemente gestito dall’insegnante  e quindi bilanciato con una valorizzazione delle risorse, aiuta il bambino a fare esperienza del fatto che è normale avere dei limiti, ma questo non ci rende persone di poco valore. Così come è importante fare esperienza del fatto che i limiti esterni, le regole se ben pensate e comunicate aiutano a stare bene, a sentirsi al sicuro .

La scuola poi garantisce la possibilità di vivere esperienze stimolanti, diversificate ma sempre calibrate ai bisogni e alle potenzialità dei bambini. Fare nuove esperienze è una ricchezza per il bambino perchè diventano l’occasione per scoprire il proprio talento o comunque parti di sè ancora non esplorate, ma che se scoperte sono capaci di regalare grande soddisfazione e benessere.  Se penso poi ai bambini più riservati, più introversi, più timidi, le nuove esperienze piccole o grandi che siano  danno anche la possiblità di scoprire di essere capaci di affrontarle, anche se all’inizio possono fare un po’ paura, allenano quindi il coraggio e la possibilità di mettersi in gioco.

Sono esperienze che sono guidate dall’insegnante, ma sono vissute con il gruppo dei pari, con i compagni di classe e anche qui si aprono tantissime possibilità di crescita per il bambino e per l’adolescente:

inannzitutto la classe diventa un organismo a se stante con proprie dinamiche, con una propria identità che va oltre la somma dei singoli partecipanti. Il gruppo è potente, sostiene contiene fa sperimentare il senso di appartenenza, altra dimesione che contribuisce a proseguire il lavoro di definizione della propria personalità.

I compagni di classe rendono possibile poi l’attuarsi di altri aspetti, pensiamo alla dimensione del gioco, del racconto, delle confidenze, dell’amico del cuore, della collaborazione, ma anche della competizione e quindi del conflitto. Conflitto che non può non essere presente in quanto esseri umani ed è per questo che è così importante che i bambini siano guidati a fare esperienza del conflitto, perchè il conflitto è espressione di bisogni che vengono a trovarsi in opposizione, ma che sono comunque legittimi e che devono essere riconosciuti e modulati con l’obiettivo di trovare compromessi nell’ottica win-win.

All’interno di un contenitore che svolge un’importante funzione contenitiva e supportiva, i bambini vivono esperienze che veicolano emozioni nelle loro diverse sfumature e gradazioni. Più ricche e diversificate sono le relazioni è più variegate e con diversi gradi di intensità sono le emozioni vissute dai bambini. Emozioni che devono essere accolte, legittimate regolate in un’alleanza continua tra scuola e famiglia.

Questi sono solo alcuni spunti, ci sarebbero ancora tanti argomenti a cui fare riferimento, ma anche solo in base a questi mi sento di concludere che un bambino e un adolescente senza scuola è un bambino  a metà, la scuola è una palestra di vita che se ben vissuta contribuisce in modo rilevante a costruire il benessere psicofisico e relazionale del bambino di oggi e dell’adulto di domani.

A cura dela dott.sa Elisa Mariani, Pedagogista, Counsellor e Mediatrice Familiare

 

 

 

 

Post comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

© 2018 Centro Il Melograno A.P.S. - Psicologia e Servizi alla Persona - C.F. 94060860155