Oggi parliamo di un disturbo frequente che affligge la popolazione moderna e che per il quale l’osteopatia può portare a grandi benefici insieme a una eventuale terapia farmacologica prescritta dal medico e a un corretto stile di vita.
Quando mangiamo l’esofago fa procedere il cibo verso il basso, per poi riversarlo nello stomaco. Il passaggio tra i due è regolato da uno sfintere (cardias) la cui chiusura impedisce il transito inverso, cioè che il contenuto dello stomaco risalga nell’esofago. Quando malauguratamente ciò accade l’acido cloridrico (ed in alcuni casi anche la bile) vengono a contatto con la mucosa dell’esofago provocandone l’infiammazione (esofagite), con possibile insorgenza di sintomi caratteristici, come la pirosi (bruciori). Piccoli ed occasionali reflussi sono considerati fisiologici, ma in alcuni casi l’aumentata frequenza e intensità dei reflussi può assumere valenza patologica, evolvendo in ulcere all’esofago, questo perché la parete interna dell’esofago, a differenza della mucosa gastrica, non è in grado di resistere all’aggressione dell’acido cloridrico proveniente dallo stomaco.
I sintomi più tipici sono:
Il trattamento osteopatico
Il trattamento osteopatico sarà, come in ogni caso, unico e pianificato in base alle specifiche esigenze e disfunzioni specifiche del caso. Lo scopo è quello di ripristinare il corretto equilibrio omeostatico, normalizzare l’attività del sistema nervoso autonomo a livello della giunzione gastroesofagea, promuovere una corretta circolazione linfatica, normalizzare quelle ‘disfunzioni somatiche’ che impediscono all’organismo di far fronte a questa condizione.
Può capitare spesso che l’osteopata vada ad indagare e trattare strutture che apparentemente non sembrano essere in relazione al sintomo: le relazioni che si possono instaurare tra i vari distretti corporei sono numerosissime e possono apparire ‘strane’ agli occhi del paziente; sono delle ‘catene funzionali’ date da relazioni di tipo anatomico, neurologico, fasciale, embriologico, circolatorio, e può capitare che una zona anche lontana dal sintomo sia la chiave per risolvere l’intero problema.
L’osteopata va ad indagare e trattare segmenti vertebrali che innervano esofago e stomaco, diaframma toracico, colonna cervicale, dorsale, base del cranio, visceri e loro legamenti di connessione.
In genere sono sufficienti pochi trattamenti per verificare se l’approccio osteopatico può essere di aiuto. In ogni caso il trattamento osteopatico, anche se non sarà risolutivo potrà essere di aiuto con una riduzione dei sintomi e un migliore controllo da parte del sistema nervoso autonomo. Se associato ad un corretto stile di vita ed una dieta appropriata sarà efficace, così come abbinato ad altri approcci medici, allopatici, omeopatici, naturopatici.
Lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella risoluzione di questa condizione. È necessario perciò fare attenzione e prendersi cura anche di questi importanti aspetti:
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