CRESCERE PER VOCAZIONE “E’ dunque questo che chiamano vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo?” J.Baker

Parlare di vocazione è qualcosa di importante e complesso, come importante e complessa è la crescita di un bambino. La scelta di parlare di questo tema, senza la pretesa di dare risposte ma con il desiderio di aprire una riflessione, sorge spontanea e urgente mano a mano che la mia esperienza professionale con le famiglie si arricchisce di storie e di profondità. Nel corso di questi anni, infatti, mi sono via via resa conto di quanto sia difficile e prezioso trovare quella chiave d’accesso che possa consentire alle persone che si rivolgono a me di cogliere il significato nascosto dietro ad un sintomo, ad un dato comportamento, alle fatiche che incontrano nel loro cammino.

Spesso i genitori mi chiedono “perché fa così?”, riferendosi all’agire dei loro figli, e la risposta non è quasi mai ascrivibile ad un’etichetta diagnostica o ad una teoria oggettiva. Dare un senso all’esperienza complicata e sorprendente dell’essere genitori, bambini o adolescenti non è mai possibile attraverso lo sguardo della teoria o della razionalità: occorre guardare con altri occhi. Gia’, ma quali? Come leggere le ritrosie di un bambino che sembra difficile, inaccessibile, restio ad adattarsi al contesto scolastico o alle regole? Come dare un nome all’insofferenza quotidiana di un preadolescente, alla sua ansia apparentemente immotivata o alle sue esplosioni di rabbia tanto ingestibili?

Nel riflettere su questi quesiti ho rispolverato un vecchio libro, che ha costituito il punto d’inizio della mia formazione, e ho trovato in esso un elemento di collegamento tra teoria e pratica: si tratta proprio della vocazione. Già Platone ne aveva parlato; nel mito di Er tratto da “La Repubblica” si affermava che, prima della nascita, l’anima di ciascuno sceglie un disegno che poi la persona vivrà sulla terra, e riceve un compagno che la guidi nel percorso, un daimon (inteso come guida), che è unico e tipico di ognuno. Nel venire al mondo, però, la persona dimentica tutto ciò e crede di esserci venuta vuota e sola. Questo daimon va inteso proprio come una vocazione, un destino individuale, un significato unico e innato che, proprio come una guida interna, solo può dare all’esistenza la pienezza di cui è portatrice.

L’elemento sorprendente è che questo disegno, questa vocazione dimenticata, preme per emergere nel corso dell’esistenza, ed è proprio nell’infanzia che si manifesta in tutta la sua prorompente vitalità. In termini più attuali possiamo tradurlo con la tendenza naturale del bambino, la sua propensione, il carattere che si esprime in una preferenza o in una data sensibilità. Molto spesso, ciò si traduce in sintomi che gli adulti vorrebbero eliminare o definire a priori, opponendogli in qualche modo una resistenza. La vocazione, intesa come carattere e destino individuale, si esprime infatti spesso nei capricci e nelle ostinazioni, nelle timidezze e nelle ritrosie che ci sembrano ostili, e invece sono forse l’unico modo che il bambino ha trovato per proteggere la propria unicità e difenderla da un mondo adulto e prestazionale, che vorrebbe condurlo in un’altra direzione. Tante volte, ad esempio, gli adulti sono portati inconsapevolmente a porre sul bambino una serie di aspettative legittime, mosse da ideali benevoli e protettivi…che però non sono i suoi: ecco che, allora, quel bambino ci si opporrà con i sintomi più disparati, come a dire “io sono altro, non so ancora bene che cosa, ma sono altro da te e vorrei tanto che tu mi accompagnassi a scoprirlo!”. Negli adolescenti, questo messaggio si traduce frequentemente nel rifiuto verso le aspettative sociali, nel tentativo quotidiano di discostarsi dalla storia familiare, magari attraverso agiti provocatori oppure con un ritiro silenzioso e annoiato nella propria camera, nel proprio mondo. Anche questa è una strada che il destino individuale cerca di aprirsi per tracciare una direzione propria.

Ecco allora che il compito degli adulti è quello di accompagnare il bambino a fare esperienza della propria vocazione, a lasciare che si esprima con i propri tempi e modi, aspettando pazientemente che si manifesti e differenziandola dalla propria storia, dai propri desideri o bisogni di rassicurazione. Incuriosirsi dell’unicità di un bambino o di un ragazzo, che è sì nostro figlio ma ancor prima un individuo, è l’insegnamento e l’aiuto più prezioso che possiamo dare. Certo, questo non significa assecondarne ogni desiderio, non riprenderlo quando si mette a rischio o commette degli errori; si tratta invece di osservarne ogni passo, contemplare ogni piccola espressione, ogni sintomo come la traccia della sua speciale “dotazione” in divenire. Ogni bambino è infatti un bambino dotato, nel senso che è traboccante di dati: di doti individuali che si manifestano in modi suoi tipici, spesso causa di disadattamento e sofferenza quando il contesto non è pronto a guardarle come tali.

Si tratta allora di coltivare uno sguardo nuovo, più aperto e libero; “per cambiare il modo di vedere le cose bisogna innamorarsi”, ci dice James Hillman nel libro “La teoria della ghianda”. Solo allora la stessa manifestazione, lo stesso comportamento minaccioso sembreranno del tutto diversi, e solo così potremo coglierne il senso e la direzione. Come ogni innamoramento che si rispetti, certo, questo provocherà in un genitore un senso di spaesamento e qualche ritrosia, ma nessuna crescita sarebbe tale senza questa complessità.

Nel mio lavoro di psicoterapeuta, allora, aiutare ad innamorarsi di sé, del proprio figlio, delle “cadute” di percorso e delle fatiche che esso comporta, è come aprire una finestra sulla vocazione di ognuno: guardare al bambino che si è stati, all’adulto che si è ora e ai propri figli in una luce nuova: la cura dell’unicità.

 

a cura della dott.sa Martina Nava

Psicologa clinica e psicoterapeuta del bambino e dell’adolescente ad indirizzo psicoanalitico-relazionale specializzata in Psicoterapia psicoanalitico-relazionale
email: etaevolutiva@centroilmelograno.it

 

 

 

 

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