COVID IN GRAVIDANZA
Quali effetti può avere il coronavirus sulle donne in gravidanza?
Non sembra che le gestanti siano maggiormente suscettibili alle complicanze legate all’infezione rispetto alla popolazione generale ma, trattandosi di un patogeno nuovo, i dati a disposizione sono ancora incerti. Pare che la grande maggioranza delle gestanti vaccinate presenti solamente un raffreddore e/o una febbre di entità da lieve a moderata.
Le donne in gravidanza, in generale, sono più vulnerabili a contrarre infezioni virali rispetto alla popolazione femminile generale. Le pazienti affette da comorbidità respiratorie (come l’asma) sono inclini a manifestare sintomi più gravi in caso di infezione.
Manifestazioni più severe, come la polmonite interstiziale, risultano essere più frequenti in persone non vaccinate, di età più avanzata, immunodepresse o con patologie croniche (diabete, ipertensione, sindrome metabolica).
Vaccino in gravidanza: è sicuro?
Ormai la letteratura è tutta concorde nel ritenere la vaccinazione anticovid in gravidanza e in allattamento assolutamente sicura ed efficace e la totalità delle società scientifiche mondiali consiglia fortemente la vaccinazione. In Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha periodicamente e puntualmente aggiornato le raccomandazioni per le gravide nel nostro Paese e in considerazione dei maggiori rischi per gravida e feto in caso di infezione da Covid, ha confermato l’indicazione alla vaccinazione a tutte le gravide a partire dal 2° trimestre. L’ultimo aggiornamento del 13 dicembre 2021 ha confermato la validità delle precedenti indicazioni e raccomanda l’offerta di una dose di vaccino a mRNA come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario in accordo con le disposizioni in vigore, alle donne in gravidanza a partire dalla 13° settimana di gestazione.
Quali effetti può avere il coronavirus sul mio bambino in caso di infezione?
Non è stato riportato un aumentato rischio di aborto nelle pazienti infette. Non sono state riportate evidenze nemmeno sul passaggio transplacentare del virus al feto (trasmissione verticale) e non vi sono evidenze che l’infezione possa associarsi a quadri malformativi.
E’ stato riportato qualche caso di parto prematuro in gravide sintomatiche per infezione da SARS CoV-2.
Cosa posso fare per ridurre il rischio di contrarre l’infezione?
La cosa più importante da fare è il regolare e frequente lavaggio sociale delle mani, soprattutto al momento del rientro a domicilio o sul posto di lavoro dopo essere stati in luoghi pubblici.
Cosa devo fare nel caso in cui abbia il sospetto di aver contratto l’infezione o abbia avuto contatti con soggetti positivi?
In caso di febbre superiore a 37,5°C e/o sintomi respiratori (tosse, raffreddore, difficoltà respiratoria), si raccomanda di contattare in prima istanza il proprio medico di base e di eseguire il tampone.
In presenza di sintomi da moderati a severi o di febbre >37.7 per 5 giorni consecutivi, contattare il proprio ginecologico e il Servizio di Emergenza Territoriale 118, che valuterà se eseguire il tampone naso-faringeo a domicilio o inviare la gravida in Ospedale.
Cosa devo fare nel caso in cui risultassi positiva al tampone con pochi sintomi o senza sintomi?
In caso di positività al tampone naso-faringeo, si raccomanda innanzitutto di comunicare il risultato al proprio ginecologo e/o al Consultorio di riferimento, nonché al proprio medico di base.
Se i sintomi sono lievi (febbre per meno di 5 giorni, tosse, raffreddore) si raccomanda di restare al proprio domicilio, di assumere paracetamolo e terapie sintomatiche , di muoversi molto in a casa e di bere almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno.
Prestare attenzione ai movimenti fetali e ad eventuali contrazioni.
La terapia anticoagulante profilattica è indicata solo in presenza di fattori di rischio (obesità, gravidanza gemellare, ipertensione,diabete, anomalie dei fattori della coagulazione, varici arti inferiori). Si raccomanda di fare sempre riferimento al proprio ginecologo per capire se indicata.
Posso recarmi agli appuntamenti per il controllo della gravidanza se sono in quarantena?
E’ possibile che gli appuntamenti per il controllo della gravidanza (ecografie e controlli ostetrici di routine) o la presa in carico vengano dilazionati al termine del periodo di quarantena se non urgenti. In caso di accessi che non possano necessariamente essere dilazionati oltre i termini temporali previsti, sarà necessario organizzare la valutazione con tutte le precauzioni e gli accorgimenti del caso (ad esempio l’appuntamento potrebbe essere spostato di giorno, orario, sede di accesso per ridurre il rischio di contagio).
Come verrà seguita la mia gravidanza dopo la guarigione?
In caso di negativizzazione del tampone naso-faringeo prima dell’insorgenza del travaglio, la gestione del travaglio e del parto non subirà alcuna variazione rispetto alla condotta standard.
Cosa devo fare nel caso in cui mi sentissi male o fossi preoccupata per il mio bambino mentre sono in quarantena?
Si raccomanda di ricorrere ad accesso in ospedale solo ed esclusivamente in caso di reale urgenza e necessità. In caso di dubbi o preoccupazioni inerenti il decorso della gravidanza è consigliabile contattare telefonicamente il proprio ginecologo curante al fine di valutare la necessità di una valutazione in urgenza.
In caso di Accesso in ospedale, si raccomanda di allertare telefonicamente lo stesso del proprio arrivo; utilizzare la mascherina FFP2, da indossare prima di uscire dal proprio domicilio; utilizzare preferenzialmente un mezzo di trasporto privato adottando tutte le precauzioni del caso per proteggere eventuali accompagnatori.
a cura di Francesca Pella, medico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia
La dottoressa riceve nel suo studio a Concorezzo
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