Il mito della perfezione

Dovrei essere così, devo fare cosi, se non è perfetto non va bene: quanto spesso ti dici frasi di questo tipo? Quanto tempo sprechi a fare e rifare le cose finchè non sono “perfette”?
Avere alte aspettative su noi stessi in termini di perfezionismo può essere un’arma a doppio taglio: può sicuramente diventare un motivatore interno, ma dall’altro può diventare un metro di giudizio molto severo: se non riesco a fare qualcosa come lo avevo programmato allora sono un fallimento, non sono capace o non sono all’altezza.
È possibile crearsi alte aspettative in vari ruoli della nostra vita : nel ruolo professionale , nel proprio ruolo di genitore (come madre o come padre), come figlio o compagno. Avere alte aspettative ci porta sempre ad essere perennemente performanti e a dover fare le cose sempre a 100. Nel momento in cui le cose vengono fatte a 99 non vanno bene e ciò può generare un loop tra frustrazione per non avere raggiunto l’obiettivo e delusione. E’ la famosa sensazione del “non essere mai abbastanza”, che spesso si genera fin dai primi anni di vita, si respira dall’ambiente in cui si cresce e si assorbe fino a farlo nostro. Prova a riflettere se anche per te è stato così…i tuoi genitori quando prendevi un voto a scuola, ti chiedevano perchè non avevi preso un voto più alto?

La parola “perfetto”, dal latino perfectus, significa finito, compiuto, che in termini simbolici non ha bisogno di altro per evolvere, quindi come qualcosa di morto.  Il mito della perfezione può arrivare a bloccare la famiglia nei propri compiti evolutivi: i genitori non accettano un figlio imperfetto e negano o non vedono i suoi limiti e le sue fatiche, il figlio sente addosso un peso molto ingombrante e inizia a collegare l’affetto e il valore alla prestazione: solo se faccio bene e sono un bravo figlio allora valgo e mi vogliono bene . La perfezione è qualcosa di illusorio: è solo la ricerca soggettiva di qualcosa che non esiste, e provoca un gran dispendio di energie e risorse, oltre a provocare possibili stati di ansia elevata.
Rimodulare le aspettative, rendendole più realistiche innanzitutto permette di renderle più facilmente raggiungibili, e in secondo luogo permette di sperimentare poco alla volta sensazioni di efficacia e adeguatezza, che vanno a nutrire la nostra autostima

Se senti il bisogno di lavorare su questo aspetto, chiedi aiuto e inizia un percorso psicologico, ti aiuterà a vivere in modo meno ansioso e a lasciare più andare le cose

a cura di Debora Comi, psicologa psicoterapeuta sistemico socio-costruzionista

Per info:

psicologia@centroilmelograno.it

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