Cos’è la memoria di lavoro?
La memoria di lavoro (working memory – WM) è un sistema cognitivo complesso, che ci consente di mantenere temporaneamente una quantità limitata di informazioni rilevanti in memoria mentre svolgiamo continue attività cognitive complesse (es. comprendere, apprendere, ascoltare, interagire ecc) (Baddeley, 1992). Tale sistema è responsabile del mantenimento, della manipolazione e dell’elaborazione delle informazioni: consente di elaborare concetti, risolvere problemi, prendere decisioni, pianificare e organizzare compiti complessi.
La memoria di lavoro risulta quindi essere una funzione fondamentale per molti aspetti della vita quotidiana e dell’apprendimento, e per questo motivo è molto importante e utile potenziarla laddove vi è una fragilità.
Essendo che una compromissione in questo ambito si trova molto spesso sia in persone con disturbi dell’attenzione, sia in persone con disturbi specifici dell’apprendimento, sarebbe di fondamentale importanza potenziare questo prerequisito dell’apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, e proporre attività che stimolino e aiutino il bambino a sviluppare al meglio le sue risorse cognitive.
- Cosa fare in caso di fragilità della memoria di lavoro?
Abbiamo visto nell’articolo precedente (” Il profilo cognitivo del disturbo specifico di apprendimento: il ruolo della memoria di lavoro” febbraio 2025), che se si sospetta una fatica nella memoria di lavoro ci si può muovere in diversi modi:
- Valutazione specialistica (neuropsicologo o psicologo dell’apprendimento);
- Potenziamento mirato prima di un eventuale valutazione specialistica (consigliato nei primi anni delle scuole elementari) o dopo: si effettua attraverso percorsi di training cognitivi personalizzati (vedi sotto);
- Fornire strategie per aggirare le difficoltà, esempi: scriversi le azioni da compiere e fare un controllo al momento opportuno, parlare con frasi brevi, periodi semplici e poche frasi subordinate, insegnare approcci di studio più funzionali e utili ad organizzare mentalmente le nozioni da imparare e fornire strumenti compensativi e dispensativi (vedi sotto);
- Uso di strategie contenitive: creare un ambiente strutturato con riduzione dei carichi cognitivi (es. fornire istruzioni brevi e chiare, ridurre le distrazioni);
- Stimolare la memoria di lavoro con giochi a casa (vedi sotto);
- Come potenziare la memoria di lavoro?
Il potenziamento della memoria di lavoro può essere effettuato tramite diverse tecniche, strumenti e approcci.
- Allenamento cognitivo con esercizi e giochi specifici
Gli esercizi e giochi specifici per il potenziamento della memoria di lavoro sono stati sviluppati perlopiù a partire dal razionale utilizzato nei test della valutazione delle funzioni esecutivo-attentive. Taluni esercizi di potenziamento infatti, replicano quelli valutativi, altri ne ricalcano le caratteristiche cognitive.
Di seguito vengono forniti alcuni esempi di esercizi e giochi utili (* – l’asterisco contrassegna quelli creabili/utilizzabili anche a casa):
- Memoria di lavoro verbale:
- N-back: esercizio che richiede di ricordare uno stimolo che è apparso N passi prima. Allena aggiornamento e monitoraggio delle informazioni.
- Dual-task training: compiti che coinvolgono simultaneamente più processi (es. memoria e attenzione).
- Giochi cognitivi: offerti da app come Cogmed, Peak, Lumosity, ERICA, Ridinett.
- Ripetizione attiva: ripetere mentalmente o ad alta voce ciò che si vuole ricordare.
- Chunking: raggruppare le informazioni in unità significative.
- Strategie di visualizzazione: creare immagini mentali delle informazioni da ricordare (es. tecnica dei loci).
- PASAT (Paced Auditory Serial Addition Task): il compito consiste nel sommare ogni numero mostrato al precedente che viene coperto, dovendo necessariamente inibire l’addizione appena fornita come risposta.
- Simon dice (variante linguistica: “ripeti solo se dico ‘Simon dice’”).
- Story building *: costruire una storia a turni aggiungendo una parola alla volta.
- Gioco delle rime *: trovare parole che fanno rima in sequenza.
- Giochi di ripetizione di cifre/parole in ordine inverso *, esempio:
“Prova a leggere una sola volta la seguente lista e poi tenta di ripeterla senza guardare:
L – 4 – A – 1 – Z – D.
Prova ora, sempre leggendola una sola volta, a imparare quest’altra lista ma questa volta ripeti prima le lettere in ordine alfabetico e poi i numeri in ordine decrescente:
M – 8 – I – 9 – R – 5.”
Nel primo caso abbiamo dovuto memorizzare in modo più passivo delle informazioni mentre, nel secondo caso, il riordinamento delle lettere e dei numeri ha richiesto un’elaborazione attiva – più faticosa – delle informazioni presenti in memoria a breve termine.
- Memoria di lavoro visuo-spaziale:
- Gioco dei pattern*: memorizzare e riprodurre sequenze di luci, colori o forme.
- Labirinti visivi*: seguire un percorso complesso senza staccare la penna.
- Giochi con blocchi (tipo Tetris, Tangram) *: allenano la manipolazione mentale di forme.
- Span di somme (PVSAT – Paced Visual Serial Addition Task): sullo schermo o con le carte compare una sequenza di numeri e, una volta scomparsa, il bambino deve sommare le cifre apparse. In questo caso il compito è “doppio”: ricordare la sequenza di numeri (potenzia la memoria e l’organizzazione in sequenza etc.) e calcolare a mente (manipolazione di dati).
- Memory *: esercita la memoria visiva e l’associazione di stimoli.
- Tombola/domino degli opposti*: creare almeno 10 coppie di tesserine con immagini di significato opposto (es. alto-basso, lungo-corto, freddo-caldo). Il gioco si svolge come una normale tombola, ma quando il giocatore pesca la tesserina deve pronunciare velocemente la parola opposta e cercare la figura dell’opposto sulla sua cartella/deve affiancare la propria tesserina ad una che rappresenti il significato opposto.
- Animali in gabbia*: si utilizza un cartone sul quale disegnare una griglia con 9 caselle uguali e in ognuna casella si posiziona un pupazzetto/animale di stoffa. L’adulto tocca due animali e il bambino deve ripetere la sequenza al contrario (es: adulto tocca cane-gatto, il bambino deve toccare gatto-cane) e così via finché il bambino riesce a rielaborare più elementi consecutivi.
- Utilizzare strategie di studio specifiche:
Implementare un metodo di studio specifico che si focalizzi su:
- Organizzare le informazioni:
- Mappe concettuali e mentali: aiutano a visualizzare le relazioni tra concetti.
- Schemi e tabelle: rendono le informazioni più facilmente recuperabili.
- Parole chiave e acronimi: utili per memorizzare sequenze.
- Chunking: raggruppare le informazioni in unità significative.
- Apprendimento multisensoriale:
- Coinvolgere canali visivi, uditivi e cinestetici aiuta a rafforzare l’apprendimento (es. spiegare ad alta voce mentre si scrive).
- Segmentazione dello studio:
- Studiare a piccoli blocchi, con pause frequenti.
- Ripetizione distribuita: meglio studiare in più sessioni distanziate nel tempo.
- Strategie per la comprensione del testo:
- Uso di frasi semplici e concise che possono portare lo studente a dedicarsi alle informazioni da comprendere e apprendere (Milton J. Dehn, 2016).
- Presentare le istruzioni per un compito in maniera organizzata, accompagnate da un promemoria visivo(elenco, mappa, breve riassunto): questo permette di mettere in luce i passaggi che si devono aspettare per eseguire un determinato compito.
- Sviluppare la metacognizione dello studente: favorisce il monitoraggio della propria comprensione attraverso domande come “Ho capito l’argomento chiave del testo? Capisco quello che sto leggendo? Conosco il significato delle parole? Qual è il senso?”
- Prima di iniziare a leggere un testo fare previsioni sui contenuti (fase di pre-lettura): partendo dal titolo generale, dai titoli dei paragrafi e dalle parole chiave, capire cosa si conosce rispetto all’argomento (permette di creare un ponte tra ciò che si sa e ciò che si sta apprendendo, facilitando la comprensione e la memorizzazione delle nuove informazioni) (Ausubel, 1968).
- Lavorare su testi suddivisi in sequenze: ogni sezione può essere elaborata attraverso parole chiave o frasi che riassumono il concetto o attraverso richiami visivi.
- Sintesi del testo che si sta comprendendo e studiando: partire dalle informazioni più importanti e dai concetti chiave, schematizzare o riassumere il testo per poter collegare tra loro i contenuti.
- Creare una mappa concettuale: se trasformate in mappa, le informazioni assumono una dimensione globale in cui sono chiari i rapporti fra le parti e, grazie all’associazione alle immagini, diventano immediatamente distinguibili e accessibili nella memoria (Stella, Grandi, 2011).
- Estrapolare domande guida per facilitare l’esposizione dell’argomento.
- Strumenti compensativi per la memoria di lavoro
Per facilitare lo studio di bambini e ragazzi con DSA o BES, una delle necessità dell’utilizzo degli strumenti compensativi è anche quello di evitare un sovraccarico della memoria di lavoro.
Ecco alcuni strumenti utili:
- Agenda, app per appunti, post-it, diagrammi di flusso;
- Audiolibri, sintesi vocali;
- Calcolatrice e tavole pitagoriche;
- Mappe mentali e concettuali: servono a facilitare il ripasso e l’esposizione orale di un argomento, evitando di tornare più e più volte sul testo scritto. Nelle mappe, infatti, i contenuti scritti sono ridotti al minimo indispensabile (parole-chiave) e l’elaborazione delle informazioni è aiutata dalla presenza di immagini o dalla scelta di colori differenti per rappresentare concetti differenti.
Come abbiamo visto quindi, la memoria di lavoro è una funzione cognitiva molto importante per la vita di tutti i giorni, e vale la pena allenarla anche a casa con giochi semplici e divertenti, che permettono anche la condivisione di uno spazio divertente con i bambini!!
a cura di Sara Marchesi, Psicologa Clinica
Bibliografia e sitografia
- Ausubel, David P. “Facilitating meaningful verbal learning in the classroom.” The Arithmetic Teacher 15.2 (1968): 126-132.
- Baddeley, A. (1992). Memoria di lavoro. Science, 255 (5044), 556–559.
- Dehn, Milton J. “Supportare e rafforzare la memoria di lavoro in classe per migliorare le funzioni esecutive”. Handbook of Executive Functioning . New York, NY: Springer New York, 2013. 495-507.
- https://disturbispecificidiapprendimento.it/limportanza-della-memoria-di-lavoro-nellapprendimento/
- https://infodsa.it/dislessia/dislessia-memoria-lavoro
- https://trainingcognitivo.com/che-cose-la-memoria-di-lavoro/
- https://www.anastasis.it/disturbi-specifici-apprendimento/memoria-di-lavoro-e-comprensione-del-testo/
- Stella, A., & Grandi, M. (2011). Come leggere la dislessia e i DSA. GiuntiEdu.