Domande e risposte per conoscere meglio la valutazione linguistica in età prescolare
Capita spesso di incontrare famiglie inviate ad un primo approfondimento logopedico dalle insegnanti della scuola dell’infanzia o dal medico pediatra di riferimento. Immagino non sia sempre facile capire in cosa consiste una valutazione del linguaggio. Il consiglio più importante è fare domande al terapista che vi segue, anche le più semplici, togliendovi così i dubbi e affidandovi alla sua professionalità con consapevolezza. Per aiutarvi, provo a rispondere brevemente ad alcuni dei quesiti più frequenti.
Il logopedista è una figura professionale sanitaria che si occupa della prevenzione, della valutazione e della presa in carico di tutte le patologie della deglutizione, della voce, del linguaggio e della comunicazione nei bambini e nell’adulto. Ci concentreremo in questo breve articolo sui bambini in età prescolare e sulla valutazione del solo ambito linguistico.
È utile sottolineare che il logopedista opera su prescrizione medica, su indicazione del pediatra di riferimento, foniatra-otorinolaringoiatra, NPI (Neuropsichiatra infantile) e di tutte le figure mediche che possono ruotare intorno ai piccoli di questa fascia d’età.
La valutazione logopedica permette di conoscere il bambino e le sue competenze relazionali e comunicative. Indagando i diversi livelli linguistici consente di verificare la necessità di una presa in carico abilitativa, concordando tempistiche, modalità e obiettivi.
È importante ricordare che il logopedista non agisce mai solo, ma considera il benessere globale del bambino e per questo collabora con altri professionisti che possono completare la valutazione clinica e diagnostica.
Ogni professionista dispone di strategie e modalità proprie per condurre una valutazione del profilo comunicativo e linguistico. Solitamente si avvale di strumenti testali e dell’osservazione del bambino in contesto libero, semi-strutturato e strutturato. L’osservazione consente di conoscere il bambino e capire come comunica e si relaziona nel gioco e in diversi contesti proposti. La valutazione testale invece analizza tutti i livelli linguistici, tra cui: comprensione di parole e vocabolario espressivo, discriminazione dei suoni della lingua italiana, comprensione e produzione di frasi, ripetizione di parole e frasi, descrizione di figure e sequenze, e anche l’analisi dei movimenti delle labbra, guance, lingua e l’imitazione di prassie oro-motorie. In età prescolare si indagano inoltre i prerequisiti linguistici per la scuola primaria (come la segmentazione e fusione di sillabe o il riconoscimento delle rime). Lo scopo è conoscere il funzionamento del linguaggio in tutte le sue componenti recettive, espressive, motorie e articolatorie, per poter descrivere i punti di forza e di fragilità del bambino e trovare obiettivi mirati.
Per l’osservazione si usano giochi e materiale di vario tipo, tra cui libretti, personaggi o animali, anche a seconda dell’interesse del bambino. Le prove strutturate presentano invece attività con immagini da riconoscere o denominare, paroline da ripetere o ascoltare e figure da descrivere o trovare tra più opzioni date. Si usano poi guanti, specchio e semplici strumenti utili al contatto con il viso del bambino per analizzare la muscolatura del distretto orale.
I test consentono di analizzare le abilità del bambino e di confrontarle con la linea evolutiva tipica, per capire dove si collocano le prestazioni linguistiche ed evidenziare se eventuali fragilità emerse sono tali da richiedere una presa in carico terapeutica.
Inoltre, le prove testali sono utili per definire gli obiettivi e monitorarli nel tempo, fornendo un’indagine sia quantitativa che qualitativa del profilo comunicativo-linguistico del bambino.
Il percorso di valutazione è dunque un momento importante e un passaggio necessario e indispensabile per poter individuare l’esigenza di una terapia logopedica, concordandone obiettivi, modalità e tempistiche.
a cura della dott.sa Anna Casiraghi, Logopedista
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