MULTITASKING E MULTITASKING DIGITALE

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Nell’era digitale, il multitasking è spesso celebrato come un’abilità desiderabile ed efficiente: rispondere alle email mentre si partecipa a una riunione su Zoom, scorrere i social media durante lo studio, o alternare rapidamente tra più app e finestre sullo schermo. Tuttavia, numerosi studi mostrano che il multitasking, soprattutto quello digitale, ha conseguenze importanti sul funzionamento cognitivo e sull’attenzione. In psicologia cognitiva, il multitasking è l’esecuzione simultanea di due o più attività che richiedono attenzione cognitiva. Contrariamente a quanto si crede, il cervello umano non esegue realmente più compiti complessi nello stesso istante, ma si sposta rapidamente da un compito all’altro — un processo noto come task-switching.

Con l’avvento delle tecnologie mobili, si è sviluppato il concetto di multitasking digitale, che descrive l’utilizzo simultaneo o alternato di più dispositivi o contenuti digitali (es. guardare Netflix mentre si risponde a WhatsApp, oppure passare da una ricerca su Google a un video su TikTok durante lo studio).

Secondo uno studio di Ophir, Nass e Wagner (2009), i “media multitasker” sono persone che consumano frequentemente più fonti digitali contemporaneamente. Tali soggetti:

  • sono più facilmente distraibili,
  • hanno difficoltà a filtrare informazioni irrilevanti,
  • mostrano prestazioni peggiori nei test di attenzione sostenuta.

Uno studio dell’American Psychological Association (APA) dimostra che il multitasking riduce la produttività fino al 40%, a causa del tempo necessario per riorientare l’attenzione ogni volta che si cambia compito. Inoltre chi pratica frequentemente multitasking digitale mostra una memoria di lavoro meno efficiente, ovvero fatica a mantenere e manipolare informazioni precedentemente memorizzate (Uncapher et al., 2015). Questa capacità risulta già debole in molti studenti tra cui soprattutto coloro che presentano un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA).

Uno studio su adolescenti evidenzia come l’uso continuo di dispositivi digitali frammenti la capacità di mantenere l’attenzione per lunghi periodi (Rosen et al., 2013).

A livello neurobiologico, il multitasking digitale attiva il circuito della gratificazione immediata, producendo scariche di dopamina che creano dipendenza e rendono difficile restare concentrati a lungo su un compito monotono o privo di stimoli immediati.

Negli ambienti scolastici e lavorativi, il multitasking digitale è spesso incoraggiato implicitamente (chat, email, notifiche, gestione multipla di progetti), ma i risultati sono controproducenti:

  • Aumentano gli errori.
  • Si dilatano i tempi di completamento.
  • Peggiora la comprensione dei contenuti (per studenti).
  • Si riduce la qualità decisionale (per lavoratori).

 

Esistono però strategie efficaci per combattere il multitasking:

  1. Sessioni di lavoro da 25 minuti senza interruzioni, seguite da brevi pause.
  2. Modalità “non disturbare” su smartphone e PC.
  3. Workspace digitale pulito: tenere aperte solo le finestre strettamente necessarie.
  4. Mindfulness e meditazione per aumentare il controllo dell’attenzione.
  5. Uso consapevole delle notifiche: silenziare app non essenziali o disattivare le anteprime.
  6. Installare armadietti nelle classi delle scuole secondarie di secondo grado dove lasciare lo smartphone durante lezioni scolastiche

Eccezioni

Non tutti i tipi di multitasking sono dannosi. Alcune attività automatiche (es. camminare e ascoltare musica, cucinare e seguire un podcast) possono coesistere senza compromettere l’efficienza cognitiva. Inoltre, chi è esperto in un’attività può automatizzarla e liberare risorse cognitive per un secondo compito.

Conclusione

Il multitasking digitale è diventato una realtà diffusa, ma non senza costi. La scienza ci mostra con chiarezza che il cervello umano è fatto per concentrarsi su un compito alla volta, e che la continua alternanza tra stimoli digitali riduce la nostra efficienza, concentrazione e capacità di apprendimento. Investire sulla consapevolezza digitale e sull’attenzione focalizzata può portare a benefici tangibili in ogni ambito della vita.

a cura di Federica Colzani, Psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

 

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