Svezzamento: classico o autonomo?

 

Lo svezzamento è uno dei momenti critici nella crescita di un bambino, non nel senso che debba necessariamente essere difficoltoso, ma nel senso che è uno dei cambiamenti più impegnativi per il bambino e per la famiglia.

Come per molti degli aspetti che riguardano la crescita dei bambini, le teorie sono molte e talvolta contradditore, meglio quindi fare un po’ di chiarezza.

Sono due i metodi più diffusi, che sono sicuramente agli antipodi, ma che, conoscendoli, possono aiutare nella scelta di come muoversi in questo passaggio.

Lo svezzamento classico è quello che prevede l’inserimento di cibi sotto forma di frullati e pappe. Di solito si inizia con la frutta per merenda e a seguire una pappa a pranzo costituita da brodo, verdure e farina (come quella di riso per esempio).  I pediatri consigliano di aggiungere un alimento alla volta e in maniera graduale per dare il tempo al bambino di abituarsi ai nuovi sapori e soprattutto per verificare che l’alimento appena introdotto non provochi allergie.

L’autosvezzamento invece prevede che al bambino non vengano preparati piatti specifici, ma che assaggi le pietanze consumate dal resto della famiglia in autonomia ciucciando il cibo o strappandolo con i dentini o le gengive. Ovviamente i pasti dovranno essere, in linea di massima, preparati con metodi di cottura delicati e prodotti di sicura provenienza.

Sono due metodi estremamente diversi e, in realtà, nessuno può indicare ai genitori quale strada seguire. È necessario valutare la curiosità del bambino nei confronti del cibo, il suo interesse per le diverse consistenze e, non ultimo, le abitudini familiari della casa.

Qualunque metodo si scelga, però, ci sono delle regole d’oro sempre valide:

–       tranne casi specifici non è necessario iniziare lo svezzamento prima dei 6 mesi di vita

–       proseguire con l’allattamento: soprattutto all’inizio, il pasto non può sostituire una poppata

–       se il bambino sta ben seduto sul seggiolone, condividere con lui il momento del pasto

–       assecondarli nelle quantità richieste: come per le poppate, i bambini sanno regolarsi da soli

–       mettere di fianco al piatto le posate così che il bambino possa lentamente scoprirne l’uso

–       prestare molta attenzione ad eventuali allergie

C’è poi una regola importantissima da rispettare anche a svezzamento finito: i bambini devono sperimentare e lo fanno attraverso il gioco. Lasciarli usare le mani,“pasticciare” e giocare con il cibo non è un atteggiamento da condannare, bensì da incoraggiare perché solo in questo modo impareranno a conoscere ed apprezzare davvero il cibo.

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