TRA LE MANI DELL’OSTEOPATA

…mani che sentono,che pensano,che vedono, che conoscono ..”      N. Sergueef D.O.

Affidarsi alle mani dell’Osteopata è ormai diventato una bella “abitudine” anche nell’ambito pediatrico dove la finalità principale è la prevenzione.

L’Osteopata può iniziare a lavorare sul bambino e per il bambino già nella fase della gravidanza quando, occupandosi del bacino della mamma, crea le condizioni ideali per una nascita più dolce e naturale.

Anche il trattamento stesso è importante che sia delicato e finalizzato, per questo motivo, specialmente l’approccio pediatrico, richiede mani trasparenti, presenza, umiltà e consapevolezza da parte dell’Osteopata.

Inoltre l’intervento osteopatico va contestualizzato al meglio, quindi non ci si dovrebbe limitare ad effettuare tecniche, a rimodellare il cranio, a risolvere un problema di dolore o un sintomo fastidioso, ma rivolgendoci all’unità mamma-bambino prima, durante e dopo il parto si deve mirare ad amplificare risorse di salute già presenti.

Per ottenere questo risultato ritengo che per l’Osteopata sia importante crescere non solo approfondendo la materia pediatrica, ma anche condividendo momenti con le mamme (per me grandi maestre) e con altri professionisti che si occupano della sfera materno-infantile, al fine di lavorare per un obiettivo comune e non rischiare di ridurre tutto ad una problematica fisica quando, magari, è sufficiente sostenere un processo già in atto.

Un esempio pratico che esprime questo concetto potrebbe essere la frequente situazione della difficoltà di attaccamento al seno. Spesso si sente giustificare questo quadro con un “..perché il bambino è pigro e/o piccolo..” ma a volte si risolve con la giusta coordinazione: l’Ostetrica valuta le caratteristiche del seno e le varie posizioni di allattamento, l’Osteopata verifica ciò che riguarda la meccanica della suzione e delle strutture interessate come base cranica, catena linguale etc.

Proprio prendendosi cura della mamma si possono cogliere problematiche di altra natura che potrebbero portare ad un colloquio con una figura più competente.

Tutto ciò dimostra l’importanza della comunicazione o meglio ancora della condivisione di uno spazio d’intervento comune fra più professionisti come per esempio la coesistenza dell’operatore (Ostetrica, Fisioterapista, Infermiere neonatale) che si occupa del massaggio infantile e l’Osteopata che con la sua diversa palpazione può cogliere problematiche.

Allo stesso modo in una situazione di alterato ritmo sonno-veglia, una coordinazione fra il Pediatra che constata la fisiologica crescita, l’Ostetrica che verifica le modalità di allattamento, l’Osteopata che durante una valutazione osteopatica può rilevare problematiche osteopatiche legate ad un parto “stressante” e magari la figura della Psicologa che porta la mamma alla consapevolezza di dinamiche familiari createsi, potrebbero portare alla soluzione del problema in un modo naturale.

Consultando il web o girando per le strade si trovano tanti scritti che riportano tutto ciò che l’Osteopata può FARE per il bambino e per la mamma o l’adulto in generale. Effettivamente molti sono i campi di azione se l’obiettivo non è unicamente il sintomo ma ritengo fondamentale anche l’ESSERE consapevoli che significa anche saper scegliere quando il problema ha realmente un’indicazione osteopatica o quando dipende da altre situazioni.

Per questo motivo essere legati, nella nostra pratica quotidiana, con altri professionisti della sfera pediatrica è fondamentale per il benessere dell’unità mamma-bambino.

di Simona Margutti

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