Quando rivolgersi a un Logopedista? I segnali da osservare nei bambini dai 3 ai 6 anni

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Lo sviluppo del linguaggio è una tappa fondamentale nella crescita di ogni bambino, ma non sempre avviene allo stesso ritmo per tutti. In alcuni casi, possono manifestarsi delle difficoltà che, se identificate tempestivamente, possono essere affrontate con successo grazie al supporto di un logopedista. Come genitori, è importante saper riconoscere i segnali che indicano la necessità di approfondire.

A tre anni, il bambino inizia a comunicare in modo più articolato. Tuttavia, se il piccolo non parla ancora o lo fa in modo incomprensibile, potrebbe essere un segnale da non sottovalutare. Ad esempio, l’assenza totale di parole o un linguaggio fatto di suoni isolati e frasi incomplete come “cane gioca palla” al posto di “il cane gioca con la palla” sono segnali importanti. Anche una difficoltà a comprendere comandi semplici può indicare la necessità di una valutazione.

In questa fase, il vocabolario dovrebbe arricchirsi rapidamente e le prime frasi dovrebbero iniziare a essere più strutturate. Se ciò non avviene o se il bambino sembra avere un repertorio limitato di suoni, potrebbe essere utile confrontarsi con uno specialista.

A quattro anni i bambini iniziano a costruire frasi più complesse e a sviluppare una maggiore capacità di raccontare eventi e conversare. Se, però, il linguaggio risulta ancora immaturo, potrebbero emergere alcune difficoltà.

Un campanello d’allarme è rappresentato da frasi mal formate, come “metto il fiore del vaso” invece di “metto il fiore nel vaso”. Anche l’uso scorretto dei verbi, ad esempio “i bambini mangia il gelato” invece di “i bambini mangiano il gelato”, può indicare un rallentamento nello sviluppo linguistico.

Inoltre, il bambino dovrebbe iniziare a raccontare semplici episodi o storie. Se questa capacità è assente o limitata, è importante approfondire. Infine, prestare attenzione alla pronuncia: se alcune parole sono semplificate (ad esempio, “pissa” invece di “pizza”), potrebbe trattarsi di un processo naturale che, però, non dovrebbe prolungarsi troppo nel tempo.

A cinque anni, il linguaggio dovrebbe essere ormai ben strutturato e quasi del tutto simile a quello degli adulti, fatta eccezione per alcune piccole imprecisioni. Tuttavia, se il bambino mostra ancora difficoltà nella pronuncia di suoni complessi come “sc” o “z” (ad esempio, dicendo “simmia” invece di “scimmia”), o se semplifica ancora parole come “tella” per “stella”, potrebbe essere il momento di rivolgersi a un logopedista.

Anche la capacità di costruire frasi lunghe e ben organizzate è un aspetto da osservare. Se le frasi risultano confuse o mal strutturate, come “io volevo andare la casa della nonna per prende il giocattolo che l’ha messo sul tavolo che non c’è più”, potrebbe esserci un bisogno di supporto.

Un altro aspetto fondamentale a quest’età è la competenza narrativa: il bambino dovrebbe essere in grado di raccontare una storia o descrivere un evento in modo coerente. Se questa capacità è limitata o assente, è opportuno approfondire.

Individuare eventuali difficoltà linguistiche nei primi anni di vita è fondamentale. Il linguaggio è la base di molte competenze future, come la capacità di apprendere a leggere e scrivere, oltre che di relazionarsi con gli altri.

Se avete dubbi sullo sviluppo linguistico del vostro bambino, non aspettate: una valutazione logopedica non è mai una perdita di tempo. Spesso, intervenire precocemente permette di superare le difficoltà in tempi brevi, garantendo al bambino una crescita serena e armoniosa.

Ricordate: ogni bambino ha i suoi tempi, ma essere vigili e proattivi è il primo passo per aiutarlo a esprimere tutto il suo potenziale.

 

a cura di Gaia Perico, logopedista

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