L’importanza del trattamento osteopatico post-parto

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Conosciamo bene che durante la gravidanza il corpo della futura mamma viene sottoposto a numerosi e significativi cambiamenti strutturali che hanno lo scopo di adattare il corpo al feto in crescita, per fornirgli un ambiente il più possibile funzionale ed accogliente.

Ma cosa succede dopo il parto?

In seguito al parto il corpo va incontro ad un periodo di recupero da tutti quei cambiamenti avvenuti durante la gravidanza. Nel giro di qualche ora il corpo si ritrova improvvisamente senza il feto, un cambiamento che può essere molto brusco, tanto per il corpo quanto per lo spirito. Il corpo deve nuovamente adattarsi; in più, lo sforzo fisico avvenuto durante il parto lascia molto spesso dolori e fatica che possono persistere nel tempo.

Per quanto tutto ciò avvenga relativamente in poco tempo, in realtà il corpo ha bisogno di molto più tempo per riadattarsi, settimane se non mesi, sia per quanto riguarda utero e visceri sia per quanto riguarda postura e tono muscolare.

La mamma inoltre nell’accudimento bambino assume spesso posizioni mantenute a lungo magari non del tutto corrette; questo si somma a ciò che abbiamo detto prima e può essere fonte di fastidi o dolori.

Molto spesso questi problemi vengono considerati normali o passeggeri, ma sono sottovalutati perché in primo piano c’è sempre il bambino; il benessere della mamma è importantissimo perché da esso dipende anche quello del bambino, noi professionisti incentiviamo sempre il prendersi cura di se stessi e molte volte durante il trattamento del bambino si danno indicazioni alla mamma su come gestire la postura con il bambino o su come trattare eventuali cicatrici.

Perché l’osteopatia aiuta?

L’osteopata facilita il ripristino dell’equilibrio generale corporeo attenuando dolori e fastidi; risolve le disfunzioni e permette alle strutture miofasciali di riorganizzarsi.

Le strutture principali che solitamente è necessario trattare dopo un parto sono il bacino, il pavimento pelvico ed eventuali cicatrici, poi si prendono in considerazione tutte le altre strutture come colonna, visceri, muscoli come diaframma e ileopsoas…Il trattamento è come per ogni altro caso soggettivo, prevede sempre un’accurata anamnesi per essere a conoscenza di eventuali traumi, interventi e disturbi precedenti e avere informazioni sulla gravidanza e sul parto. Spesso le tensioni e i dolori muscolari sono a carico di cervicale e arti superiori, dovuti alle posizioni mantenute a lungo per l’allattamento e/o l’accudimento del bambino; perciò è fondamentale anche educare la paziente a posture corrette, movimenti ed eventuali piccoli esercizi da fare quotidianamente e consigliare ad esempio quando possibile l’utilizzo di fascia/marsupio che aiuta la distribuzione del peso del bambino.

Merita un approfondimento l’argomento cicatrice; un taglio della pelle è un taglio alla fascia che collega tutte le nostre parti e gli organi, la trazione che genera una cicatrice viene risentita da tutto il corpo, così da comportare una serie di compensi posturali anche molto distanti dalla cicatrice stessa.

Il trattamento è indispensabile per ridare mobilità alla cicatrice e renderla scorrevole rispetto ai piani sottostanti, eliminando ogni tipo di tensione che si viene a creare con le strutture vicine ad essa ma anche quelle più lontane.

Nello specifico le cicatrici da episiotomia vanno trattate con massaggi specifici, con trattamenti osteopatici ed esercizi per la riabilitazione del pavimento pelvico, poiché se trascurate possono creare tensioni perineali.

Nel caso particolare della cicatrice del cesareo dove vengono tagliati molti strati fino all’utero, si creano tensioni meccaniche e funzionali o aderenze che modificano anche la postura attraverso rotazioni anomale del bacino.

La cicatrice da taglio cesareo può provocare dorsalgie (l’utero ha connessioni fasciali sulla colonna dorsale), lombalgie, stipsi (perché riduce la mobilità del sacro e quindi dei visceri addominali) o difficoltà digestive (perché modifica le pressioni sopra e sotto il diaframma e il contenimento dei visceri addominali).

Trattare questa cicatrice è importantissimo per ridurre i fastidi dati dalla sensibilità alterata della pelle, per prevenire o ridurre aderenze, per migliorare lo scorrimento dei tessuti sottostanti così da avere una cicatrice mobile che non va a influenzare altre strutture come bacino, sacro, rachide… L’osteopata oltre ad effettuare il trattamento, insegna alla paziente il massaggio che va praticato in autonomia quotidianamente per qualche minuto.

Come dicevamo all’inizio nel post parto una delle strutture da valutare è il pavimento pelvico; sia l’ipotono sia l’ ipertono di questi muscoli pelvici può condizionare la postura, il bacino e la zona lombare pertanto il lavoro in sinergia con un’ostetrica o fisioterapista specializzato in disturbi del pavimento pelvico è fondamentale.

Ultimo aspetto non meno importante da valutare e trattare è la diastasi addominale; durante la gravidanza i retti dell’addome si allungano e si separano per permettere al pancione di crescere, nel postparto questi muscoli dovrebbero ritornare alla loro posizione normale ma non sempre questo succede. Nei primi mesi questa diastasi può essere ancora presente, poi se tra i 6 mesi e un anno dal parto la diagnosi manuale la rileva ancora è utile eseguire un’ecografia dei tessuti addominali per vedere quanti centimetri di distanza ci sono tra questi muscoli e stabilire il grado di gravità di questa patologia. Nei casi più gravi viene proposta la soluzione chirurgica (ammesso che non siano previste altre gravidanze); nei casi più lievi gli esercizi e una corretta esecuzione dei movimenti quotidiani può ridurre questo spazio. La diastasi spesso è visibile come un disagio estetico, la classica pancetta più prominente che sembra di essere ancora in gravidanza, ma può creare disturbi sia digestivi sia posturali o lombalgie perché la muscolatura addominale tende ad essere meno tonica e quindi meno protettiva per la schiena. Gli esercizi più mirati per migliorare la diastasi sono quelli che vengono definiti “ipopressivi” cioè attivano la muscolatura addominale creando una riduzione di pressione interna, associati ad esercizi “core stability”; il fisioterapista e/o osteopata a cui vi affidate deve essere specializzato in questa metodica.

Articolo a cura di Elena Carzaniga, Fisioterapista e Osteopata Area Nascita Melograno.

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