Osteopatia e Plagiocefalia

Plagiocefalia è un termine generale utilizzato per indicare le asimmetrie craniali. Deriva dal greco “Plagios” (obliquo) e “Kephalè” (cranio). La plagiocefalia può essere classificata come sinostotica, causata da un anormale sviluppo delle suture craniali, o posizionale, causata da forze esterne che agiscono sul cranio. La plagiocefalia sinostotica richiede generalmente una correzione chirurgica mentre quella posizionale può essere risolta o migliorata con diversi accorgimenti, ausili, e con dei trattamenti osteopatici. In osteopatia ci occuperemo ovviamente di plagiocefalia posizionale, la quale rientra tra quelle anormalità del cranio che vanno sotto il nome di “dimorfismi”. Si tratta della deformazione della testa del neonato durante i primi mesi di vita, quando le sue ossa sono ancora morbide e più facilmente modificabili in base alle posizioni che assume. La testa del bambino assume una forma anatomica obliqua, e uno dei lati del cranio è appiattito posteriormente. Non si può definire la Plagiocefalia posizionale una patologia, ma una alterazione cranica acquisita che porta ad una struttura asimmetrica della testa nel suo insieme, interferendo nel modello di crescita del cranio.

Possiamo distinguere inoltre una plagiocefalia primaria causata da compressioni prenatali intrauterine o da compressione durante il travaglio e il parto e una plagiocefalia secondaria determinata da posture prolungate postnascita.

Durante la nascita il feto è soggetto ad innumerevoli forze nel suo viaggio attraverso il bacino della madre, la cui forma determinerà anche il tipo di compressioni che riceverà il cranio del feto. Durante questo passaggio il neonato fa una prima esperienza di forze fisiche estremamente ostruttive, forze che potranno condizionare il suo futuro sviluppo, anatomico, biomeccanico, fisiologico. La grande deformabilità del cranio permette l’adattamento in questo processo in cui le ossa della volta craniale scivolano le une sotto le altre, quasi come i petali di una rosa; dopo la nascita il pianto, la respirazione e la suzione, risolveranno molti di questi stress meccanici assorbiti dai tessuti ma non è sempre così.

Le forze compressive intrauterine rimangono comunque la causa più frequente delle irregolarità craniche. All’interno dell’utero materno il feto può subire limitazioni negli spostamenti, e trovarsi costretto nella medesima posizione per un periodo di tempo prolungato. La posizione del capo e del collo mantenute a lungo, associate alla malleabilità delle ossa, tendono a determinare una deformazione cranica ed uno squilibrio nella tensione dei muscoli del collo (in particolare dei muscoli sternocleidomastoidei).

La plagiocefalia secondaria si verifica invece come conseguenza di posture persistenti; il bambino tende a prediligere sempre la stessa posizione e nei tentativi di fargli assumere una diversa posizione manifesta insofferenza o crisi di pianto. Altra causa può essere il torcicollo congenito che crea la tendenza a riposare la testa sempre nella stessa posizione.

Tutte queste compressioni possono interferire sulla funzione dei nervi cranici che fuoriescono dalla base cranica. I sintomi dipendono da quale nervo cranico viene compresso o disturbato. Difficoltà nella suzione, ad esempio, possono essere diretta conseguenza di una distorsione che disturba il nervo ipoglosso, il quale controlla la suzione e i movimenti della lingua. L’irritazione del nervo vago può essere invece la causa di reflussi e il neonato vivrà in maniera stressante il momento dell’allattamento o del sonno.

Importante: La plagiocefalia non ha una risoluzione spontanea e per questo motivo è importante trattare i bambini già nella prima settimana di vita per proseguire in tutti i primi 12-18 mesi.

Cosa può fare l’osteopata?

L’Osteopatia in ambito craniale sin dai suoi inizi è stata proposta proprio come diagnosi e trattamento delle asimmetrie craniali e nei traumi da parto. Sono svariate le tecniche e gli approcci che l’osteopata ha a disposizione e resta sempre valido il principio secondo cui l’osteopata tratta la persona (il bambino in questo caso) e non la patologia. Lo scopo del trattamento osteopatico è di ripristinare l’integrità strutturale e la continuità dei tessuti/fluidi per permettere al corpo di mettere in atto il suo potere d’autoguarigione. Una diagnosi precoce è un fattore chiave per un trattamento che risulterà ancora più efficace se effettuato nei nei primi 3-4 mesi di vita del neonato, per scongiurare tutti gli effetti secondari di seguito elencati:

  • Disfunzioni gastrointestinali (coliche, vomito, rigurgito, …)
  • Disfunzioni a livello del sistema nervoso centrale
  • Difficoltà nella deglutizione
  • Problemi nello sviluppo oro-facciale
  • Disturbi visivi, strabismo
  • Disturbi orecchio-naso-gola (ENT)
  • Torcicollo congenito
  • Emicranie o cefalee
  • Pianto, irritabilità
  • Alterazioni a carico della colonna vertebrale e del sacro che possono dare luogo a problemi posturali, scoliosi, dismetrie e dimorfismi agli arti inferiori
  • Problemi di malocclusione e ATM (articolazione temporo-mandibolare)

 

L’osteopata inoltre fornirà suggerimenti su come posizionare il bambino e stimolarlo al meglio nella sua motricità.

A cura di Elena Carzaniga, Fisioterapista e Osteopata

Riceve su appuntamento il mercoledì primo pomeriggio o il sabato mattina.

Per info e prenotazioni:

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3394427578

 

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