VISSUTI EMOTIVI E ORIENTAMENTI OMO E BISESSUALI

L’orientamento sessuale può essere definito come un’attrazione emotiva, romantica e/o sessuale verso individui di un altro sesso (eterosessuale), del proprio sesso (omosessuale) o di entrambe (bisessuale). Altri specificatori comprendono la asessualità, la pansessualità e la polisessualità.

L’orientamento sessuale è una componente centrale dell’identità.

Nel 1973 la Comunità Scientifica Americana, American Psychiatric Association (APA) ha derubricato la diagnosi di omosessualità dal Manuale Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali (DSM). In un primo momento è stata eliminata solo la diagnosi di “omosessualità egosintonica”.

Nel 1987 anche la diagnosi di “omosessualità egodistonica” viene derubricata. Questa scelta deriva dal riconoscimento di un legame tra vissuto egodistonico dell’orientamento sessuale e interiorizzazione dello stigma sociale.

Nonostante siano trascorsi oltre trent’anni dall’eliminazione dell’orientamento omosessuale dalle malattie mentali, ancora oggi molte persone con tale orientamento si confrontano quotidianamente con fenomeni di minority stress a causa di stereotipi e pregiudizi legati a orientamenti diversi da quello eterosessuale.

Adolescenti che mostrano un orientamento sessuale diverso da quello etero o che manifestano una espressione di genere differente da quella culturalmente proposta nel contesto di appartenenza (ad esempio rispetto all’abbigliamento, allo sport praticato, al taglio di capelli) possono subire atti di bullismo: derisione, insulti, scherzi ripetuti non graditi, discriminazioni, aggressioni, prepotenze indiretti come atti di esclusione.

In generale le ricerche hanno mostrato che gli adolescenti omosessuali o bisessuali tendono a riportare di aver subito maggiori episodi di molestie e violenze rispetto ai pari eterosessuali (Prati et al., 2009; Prati et al., 2010) – Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2019/02/bullismo-omofobico/

La stessa scoperta per l’adolescente di provare attrazione per coetanei del proprio sesso o genere può costituire fonte di turbamento, di disorientamento oppure elemento di affermazione di sé.

Il significato che il giovane dà alla scoperta del proprio orientamento è legata alle credenze, socialmente apprese riguardanti l’orientamento sessuale, a come viene considerato nella propria famiglia di origine, nel gruppo dei pari e alle esperienze dirette e indirette che vive per il fatto di avere un diverso orientamento. Queste dimensioni concorrono alla costruzione di convinzioni che egli costruisce sulla omosessualità o bisessualità e quindi possono influenzare la qualità della sua reazione alla scoperta di questo aspetto di sé. Grande importanza rivestono le risposte del suo contesto sociale in quanto possono favorire l’accettazione del ragazzo e la successiva integrazione di tale aspetto come parte della sua identità o viceversa concorrere a sviluppare in lui sentimenti di difettosità che contribuiscono a minarne l’autostima.

L’adolescente può sviluppare fenomeni di ritiro sociale, disturbi d’ansia, depressivi, fino a sviluppare una non accettazione di questa parte di sé (omofobia/bifobia interiorizzata). In situazioni estreme può mettere in atto comportamenti anticonservativi.

Diverse ricerche svolte su persone adulte con orientamento omosessuale e bisessuale hanno riportato che molte di loro hanno vissuto episodi di discriminazione in conseguenza del proprio orientamento sessuale (San Francisco Examiner, 1989; Mayer, 1995)

M. Graglia (2012) ha evidenziato alcune conseguenze di stereotipi e pregiudizi su persone con comportamenti non eterosessuali.

Esse possono sperimentare una minaccia al loro senso di sicurezza a causa del timore di essere giudicate, discriminate o di subire violenze.

E’probabile che possano sviluppare o consolidare un giudizio negativo di loro stesse in quanto interiorizzano le credenze del contesto sociale.

Possono sviluppare la sensazione e il timore di non essere accettati nelle interazioni quotidiane (anticipazione del rifiuto)

Possono nascondere il proprio orientamento sessuale; vivere con stress la possibilità dello svelamento (coming out)

E’ probabile che monitorino il proprio comportamento per evitare l’emergere del proprio orientamento e “non esporsi al rischio di essere respinti dalla famiglia, di avere problemi con il lavoro, di essere esposti a stigmatizzazione e discriminazione, abusi verbali e atti di violenza anche fisica (D’Augelli, 1998; D’Augelli & Grossman, 2001)”. Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2018/10/pregiudizio-omofobico-minority-stress/

Altre ricerche hanno evidenziato che le persone LGB possono essere soggette a disturbi dell’umore, disturbi d’ansia generalizzata e dipendenza da uso di sostanze alcoliche (Hatzenbuehler et al. 2010).

Cosa può giovare al benessere psicologico delle persone con orientamento non eterosessuale?

Il sostegno della famiglia, del gruppo sociale in cui la persona vive costituiscono risorse preziose così come il confronto con altre persone aventi lo stesso orientamento.

Diversi studi hanno dimostrato che può rivelarsi un fattore protettivo il dichiarare apertamente il proprio orientamento.

In tale direzione riveste un ruolo molto importante il ruolo dello psicologo che deve accompagnare e sostenere la persona nel riconoscimento del valore di sé come persona e nell’accettazione del proprio orientamento.

 

A cura di Agata Pollastri, Psicologa Psicoterapeuta, esperta in sessuologia clinica

Per informazioni scrivere a psicologia@centroilmelograno.it

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    Riferimenti bibliografici

    https://www.stateofmind.it/2019/02/bullismo-omofobico/

    https://www.stateofmind.it/2018/10/pregiudizio-omofobico-minority-stress/

    BussoleLGBT – Supporto, formazione, ricerca.

    Graglia, M. (2012). Omofobia: Strumenti di analisi e intervento. Roma: Carocci.
    Lingiardi, V. (2007). Citizen gay: Affetti e diritti. Milano: il Saggiatore.

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