Mamma, ho mal di pancia: quando il disagio emotivo finisce nel corpo

La somatizzazione è un processo attraverso cui un bambino sposta nel corpo un malessere di natura emotiva, così che questo si manifesta come sintomo legato ad un organo o ad una parte del corpo.

Emozioni come la paura, l’angoscia e la rabbia molto spesso nei bambini, poichè non possiedono gli stessi canali espressivi dell’adulto, trovano sfogo proprio attraverso il corpo, con un sintomo preciso o con un disturbo del comportamento, richiamando così su di sè attenzioni e cure.

È come se il bambino lanciasse un segnale, una richiesta d’aiuto, nella speranza che l’ambiente intorno a sè, e in primo luogo la famiglia, possa riconoscerlo e soprattutto accoglierlo.

Spesso accade infatti che questi disturbi vengano scambiati per “scuse” che il bambino adduce per evitare situazioni faticose, pensiamo al classico mal di pancia prima di andare a scuola. In realtà queste manifestazioni sono una comunicazione molto preziosa che il bambino ci sta lanciando affinchè possiamo accorgerci che qualcosa non va. Purtroppo non è sempre facile dare una lettura e un significato a ciò che succede ed è per questo che i genitori talvolta decidono di chiedere aiuto.

Dalla prima infanzia, molti sono i disturbi che tipicamente si osservano, ad esempio vomito, mal di pancia, cefalea, asma, disturbi del sonno e così via.

Tali sintomi non vanno pertanto sottovalutati dal momento che sono l’unica modalità che il bambino in quel momento riesce a trovare per comunicarci il suo disagio.

Le cause possono essere svariate: relazioni conflittuali all’interno dell’ambiente familiare, avvenimenti traumatici ma anche eventi apparentemente meno rilevanti come la nascita di un fratellino, un trasloco, la ripresa del lavoro da parte della madre…

Spesso il primo passaggio è rivolgersi al pediatra, anche perchè in alcuni casi è bene escludere la presenza di patologie organiche, ma una volta appurato che si tratta di un malessere di natura emotiva, il ruolo dello psicologo è proprio quello di aiutare in prima battuta il genitore a dare un significato al comportamento del proprio figlio e in secondo luogo aiutare il bambino a trovare un luogo accogliente in cui poter riconoscere ed elaborare il proprio vissuto.

 

dott.sa Dalila Mapelli Psicologa clinica e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza

 

 

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