L’ALLENAMENTO CEREBRALE IN ETA’ AVANZATA

In questi ultimi decenni si è assistito al graduale invecchiamento della popolazione dato dall’aumento dell’aspettativa di vita. Con l’avanzare dell’età si è maggiormente esposti al rischio di andare incontro a demenza. Attualmente si stima che nel mondo oltre 55 milioni di persone convivono con una demenza, cifra che si prevede aumenterà a 75 milioni entro il 2030. Tale patologia è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una priorità mondiale di salute pubblica, date le conseguenze in termini di costi sociali.

Sebbene siano in corso numerosi progetti di ricerca per individuare terapie farmacologiche efficaci nella cura della demenza, ad oggi gli interventi disponibili non sono ancora risolutivi. Diviene, dunque, fondamentale agire sulla prevenzione e conoscere le condizioni che riducono il rischio di ammalarsi, in modo da adottare stili di vita adeguati.

I principali fattori di protezione risultano essere:

  • seguire una dieta equilibrata

  • svolgere regolarmente attività fisica

  • mantenere delle buone relazioni sociali

  • allenare la mente.

Perché è importante mantenere la mente attiva?

La stimolazione mentale consente di contrastare le difficoltà di memoria che si possono incontrare anche in un invecchiamento fisiologico. Infatti con il passare del tempo anche il cervello invecchia! Il suo volume si riduce in quanto il numero di neuroni diminuisce e alcune funzioni cognitive subiscono un declino, come la memoria, la produzione verbale e la capacità di adattarsi a nuove situazioni. Le cellule perse non possono essere sostituite, ma le ricerche in neuroscienze hanno dimostrato che il nostro cervello è “plastico”, è in grado cioè di modificarsi e potenziarsi, se stimolato adeguatamente, anche in età avanzata. Sulla base di questa caratteristica del nostro organo cerebrale sono stati creati e validati a livello scientifico dei programmi di allentamento mentale volti a sviluppare le potenzialità cognitive anche in terza età.

In quest’ottica nascono i corsi di gruppo di stimolazione cognitiva del nostro Centro!

In che cosa consistono i corsi di stimolazione cognitiva?

Si tratta di 8 incontri, di 90 minuti ciascuno, di potenziamento della memoria che risulta essere la funzione cognitiva che tende a deteriorarsi maggiormente con il progredire dell’età. Tra gli obiettivi, vi è il far acquisire strategie che possano essere applicate nella vita di tutti i giorni e aiutare, dunque, la persona ad affrontare le difficoltà sperimentate. Oltre alla memoria, si propongono esercizi per stimolare anche le altre abilità cognitive (l’attenzione, il linguaggio, la capacità di ragionamento logico, le funzioni esecutive, le abilità visuo-spaziali ecc.) in modo da sviluppare a livello multidimensionale l’intera riserva cognitiva.

Un costante e variegato allenamento mentale permette infatti di incrementare e consolidare le reti di connessioni tra i neuroni che con l’invecchiamento tendono a ridursi sempre più.

L’importanza del gruppo

Si tratta di corsi in piccoli gruppi. Il gruppo diventa infatti un contesto protetto in cui confrontarsi e “normalizzare” le criticità che possono presentarsi nella quotidianità e che possono far insorgere nell’anziano sensazioni di disagio o di inadeguatezza. La modalità collettiva, caratterizzata da un clima disteso e libero da giudizi, valorizza lo scambio di idee e favorisce la creazione di uno spazio di ascolto e di sostegno emotivo per i partecipanti in cui possano sentirsi riconosciuti nelle loro difficoltà, possibili insicurezze e bisogni. Tale modalità favorisce inoltre la socializzazione, aspetto di non secondaria importanza, considerato il recente periodo di pandemia che ha costretto specificatamente le fasce più fragili della popolazione all’isolamento prolungato e al ritiro sociale, con spesso conseguenze sfavorevoli sul benessere emotivo-psicologico.

I benefici dei corsi di stimolazione cognitiva

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia di questi corsi nel produrre effetti positivi sulla memoria e sulle altre funzioni cognitive dei soggetti che hanno partecipato agli incontri. Nello specifico, il miglioramento sembra interessare maggiormente le prestazioni legate alle componenti cognitive allenate direttamente con tecniche ed esercizi specifici. Tali progressi sembrano mantenersi nel tempo, con risvolti positivi anche sul benessere globale soggettivo e sulla qualità di vita della persona.

I percepiti progressi nelle proprie capacità cognitive spesso influenzano il senso di autoefficacia, l’autostima e promuovono l’autonomia personale.

In alcuni casi si è osservata, inoltre, una riduzione della tonalità depressiva e dei sintomi ansiosi, riconducibile, verosimilmente, a un acquisito maggior senso di padronanza nel gestire, in modo maggiormente adattivo, le difficoltà incontrate nello svolgimento delle attività quotidiane.

Le neuroscienze e le trasformazioni sociali negli ultimi decenni hanno promosso una rivoluzione nella rappresentazione dell’invecchiamento. Se, in precedenza, era per lo più associato a un’età caratterizzata da perdite inesorabili, di cui si era costretti a prenderne atto passivamente e con rassegnazione, oggi, sempre più, si guarda a questa fase come una tappa di vita da inventare e da scoprire, in cui sono realizzabili nuove acquisizioni e conquiste.

Si tratta di un ciclo di vita delicato che, in modo analogo all’adolescenza, è caratterizzato dal dover fare i conti con i cambiamenti corporei, cognitivi ed emotivi e con le trasformazioni in termini di identità e di ruoli sociali. Questi mutamenti richiedono un processo di adattamento e di integrazione di nuovi aspetti personali e una nuova ridefinizione di sè.

La caratteristica essenziale dell’uomo è quella di rimanere fino a tarda età un “essere in divenire”. Si cambia, restando se stessi. La vecchiaia è tradizionalmente un luogo di arrivo, dove ognuno incontra inevitabilmente se stesso, ma è anche un luogo di transito dove sono possibili azioni e trasformazioni.

A cura della Dott.ssa Giulia Bonanomi, psicologa, psicoterapeuta, esperta in neuropsicologia.

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