Il Genogramma è uno strumento clinico utilizzato principalmente dai terapeuti di area sistemico-relazionale per rappresentare graficamente una famiglia e i suoi legami e fare emergere le rappresentazioni interne di un individuo, del sistema-coppia o dell’intero sistema-famiglia.
Le sue basi teoriche poggiano sul concetto proposto da Lewin (1935), e ripreso poi tra gli altri da Bowen (1978) e Minuchin (1974), della rappresentabilità spaziale della realtà psichica attraverso segni grafici molto semplici e quindi utilizzabili da chiunque.
Ad un primo sguardo, il Genogramma potrebbe non sembrare differente dal più antico e noto Albero Genealogico, da cui ha tratto sia la forma grafica che l’utilizzo della simbologia. La grande innovazione di questa tecnica sta infatti nella possibilità di andare oltre la rappresentazione dei ruoli istituzionali che reggono una famiglia, specificando il ruolo individuale che ogni singolo membro del sistema assume quando si parla di relazioni. Il prodotto del Genogramma è una sorta di “mappa mentale” del sistema-famiglia al tempo stesso storica, in quanto quelli che vengono evocati sono elementi del passato che costituiscono la storia della famiglia; attuale, perché è alla luce del momento presente che i ricordi vengono evocati ed interpretati; evolutiva perché rileggere e lavorare sulla propria storia permette di sviluppare risorse funzionali alla costruzione di un progetto di vita più adeguato a sé e alle proprie reali caratteristiche.
Nella pratica, a chi dovrà compilare il Genogramma viene consegnato un foglio bianco, esplicitando che su quello andrà rappresentata la propria famiglia (compresi i membri parafamigliari a cui si ritiene di assegnare un ruolo): viene poi spiegata la semplice simbologia da utilizzare oppure può essere consegnata una traccia con degli esempi. Il paziente diventa così parte attiva del suo percorso terapeutico, condividendo con il terapeuta la sua unica e personale rappresentazione di famiglia
La lettura del Genogramma viene fatta assieme al paziente ed inizia con l’osservazione della sua forma grafica, che permette già un primo livello di comprensione del sistema-famiglia: ogni genogramma ha una forma unica e originale, che esprime l’immagine interna che il soggetto ha della propria famiglia e delle relazioni che la connotano. Un secondo livello di analisi prevede invece una lettura relazionale, frutto sia dell’osservazione della struttura dei legami disegnati dai soggetti sia di informazioni aggiuntive che il terapeuta ha acquisito durante la seduta o nei colloqui precedenti. Il Genogramma rappresenta anche un modo per rendere ancora più dinamica la prima fase di conoscenza col paziente, quella in cui notoriamente il terapeuta ha necessità di raccogliere la storia individuale e familiare della persona che ha chiesto aiuto.
Talvolta il Genogramma può essere utilizzato durante un percorso terapeutico già avviato, ad esempio per sorpassare il senso di impotenza appresa che connota quei pazienti che dichiarano di “non avere ricordi” e che invece poi si ritrovano attori competenti della costruzione del proprio genogramma familiare oppure come alleato per mostrare l’attualità di alcune tematiche familiari che sembravano dimenticate o aiutare il paziente a costruire una narrazione differente dei propri ricordi che sono stati immagazzinati in modo disfunzionale.
A cura della D.ssa Francesca Boracchi, psicologa psicoterapeuta
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