L’attuale emergenza sanitaria ed i provvedimenti posti in essere per farvi fronte hanno comportato improvvisi e significativi cambiamenti forzati nell’assetto economico, sociale e psicologico della popolazione.
Aspetto trasversale della pandemia riguarda la riduzione dei contatti interpersonali con conseguente incremento dell’isolamento sociale.
Sappiamo che l’uomo è un essere sociale; per mantenere uno stato di benessere psicofisico ha bisogno della relazione con l’altro, per regolare le proprie emozioni, dare un senso condiviso a ciò che esperisce nel mondo, sentirsi riconosciuto come individuo e parte di una collettività.
La persona anziana attraversa con il trascorrere del tempo importanti cambiamenti nel corpo, nel ruolo sociale (pensiamo ad esempio al pensionamento), nelle dinamiche familiari (ad esempio quando i figli lasciano la casa genitoriale, se ci sono lutti) e in diverse circostanze si trova inserita in una Struttura residenziale sentendosi sradicata da un ambiente a lei conosciuto e per questo rassicurante.
Le relazioni sociali contribuiscono in maniera sostanziale a rispondere, nell’anziano, ai bisogni di autoefficacia, di sicurezza, di riconoscimento in termini di valore personale e costituiscono un importante fattore protettivo da vissuti depressivi o ansiosi o dal loro acuirsi.
Il momento presente, può, alla luce di quanto emerso, contribuire alla percezione di un sé vulnerabile, privo di controllo sulla propria vita e sugli eventi e generare un senso di impotenza e solitudine che può non coincidere necessariamente con il vivere da soli o essere isolati.
Inoltre l’incertezza nella durata dello stato di emergenza contribuisce ad incrementare il livello di stress, di paura e di allarme a cui diverse persone anziane possono reagire riducendo ulteriormente ed in modo volontario le occasioni di contatto sociale con lo scopo di proteggersi o per scongiurare il timore di essere veicolo di contagio per i propri cari.
Questo comportamento può affiancarsi al costante bisogno di informarsi sull’andamento della diffusione della pandemia mantenendo e alimentando in un circolo dannoso vissuti di paura e sconforto.
Alterazioni del sonno e dell’appetito, scarsa cura del sé, irritabilità, ipocondria sono importanti segnali di disagio emotivo di cui è importante prendersi cura.
Cosa è possibile fare per promuovere reazioni adattive nella persona anziana?
Di seguito alcune proposte tratte da un opuscolo informativo redatto dall’Associazione EMDR Italia
Parlare con i propri cari o con parenti, amici fidati delle proprie preoccupazioni, delle emozioni che si provano, ma conversare anche di altro, del lavoro a cucito che è stato ultimato, con i nipotini di come si giocava ai propri tempi…
E naturalmente seguire le norme igieniche consigliate dal Ministero della Salute
Se ci sente oppressi dall’ansia, dallo sconforto o da altri stati d’animo che tolgono serenità può essere di grande giovamento contattare uno psicologo anche in virtù della possibilità di svolgere un percorso tramite telefono o l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Dott.ssa Pollastri Agata Pollastri, psicologa e psicoterapeuta
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Riferimenti bibliografici
Associazione EMDR Italia
Cacioppo S., Bangeec M., Baloghb S.N., Cardenas-Iniguezbd C., Qualterc P., Cacioppo J.T. (2015) Loneliness and implicit attention to social threat: A high-performance electrical neuroimagingn study. Cognitive neuroscience
Santini Z., Jose P., Cornwell E. (2020) Social disconnectedness, perceived isolation, and symptoms of depression and anxiety among older Americans (NSHAP): a longitudinal mediation analysis. Lancet Public Health, 5: e62–e70
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