Chi lo dice che… “Lo yoga allontana dalla scienza?”

Nel mondo occidentale, è uso comune pensare che tutto ciò che non appartiene al mondo scientifico non corrisponda a verità, perché soggettivo. Eppure anche la soggettività è una verità, una tra le tante che compongono la realtà. La soggettività è un punto di vista attraverso cui osservare, come del resto lo è anche l’oggettività: un punto di vista personale il primo, impersonale il secondo. Chi può dire quale sia il più ‘vero’ dei due? Entrambi lo sono, portano semplicemente a conoscenze diverse. Anche la soggettività infatti è una parte di verità, quella individuale, fatta di bisogni altrettanto reali rispetto a quelli che governano le leggi del resto del mondo reale. Ma quindi, quando parliamo di conoscenza rispetto allo yoga, di quale realtà o verità stiamo davvero parlando?

 

YOGA CAMMINO DI CONOSCENZA

“L’unico vero viaggio di scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’ avere nuovi occhi” – Marcel Proust Cosa possiamo davvero arrivare a conoscere attraverso lo yoga?

 

Lo yoga è un CAMMINO DI CONOSCENZA UMANISTICO, alla scoperta di noi stessi e della realtà che ci circonda. A questo punto, viene spontaneamente da chiedersi: com’è possibile realizzare questa conoscenza senza muoversi dal proprio tappetino? La risposta è molto semplice: cambiando il proprio modo di guardare la realtà. Cambiando quindi il proprio punto di vista verso le cose. E perché si rende davvero necessario per noi cambiare lo sguardo sulle cose? Facendo un paragone tra mente e leggi della termodinamica, potremmo rispondere alla domanda con una parola: ENTROPIA. Senza un costante allenamento alla consapevolezza, indotto dalle circostanze o cercato, la mente, il cui scopo naturale è quello di risparmiare energia, tende a chiudere il proprio sguardo sulle cose restituendo percezioni sempre più parziali della realtà, fino ad andare persino contro sé stessa.

Potremmo dire, quindi, che la soggettività, pur essendo altrettanto vera rispetto all’oggettività, non sempre ci aiuta e, anzi, a volte ci induce in inganno. Ci fa cioè credere che sia meglio per noi solo ciò che ci conviene, anche quando non lo è. Per poterci spogliare da queste percezioni ingannevoli, che lo yoga chiama VELO DI MAYA delle percezioni che offuscano la mente, dobbiamo metterci in cammino. E lo yoga è un percorso efficace per allenare l’apertura del nostro sguardo verso le cose e contrastare l’entropia.

 

YOGA PER AMPLIARE IL PROPRIO SGUARDO A PARTIRE DAL CORPO

Spostare e ampliare il nostro sguardo per lo yoga significa prima di tutto, andare oltre noi stessi e prendere atto di ciò che non vogliamo vedere, di ciò che non ci conviene, di ciò che non ci riguarda direttamente. Ma come è possibile tutto questo con una disciplina che lavora a partire dal corpo? Perché il corpo fisico e la materia, sono considerati dallo yoga il primo gradino nella scala di conoscenza della realtà. Anche le neuro-scienze, infatti, affermano che ogni postura e movimento del corpo corrispondono ad una “BRAIN ORGANIZAZION” ossia ad uno schema corporeo che non è solo cognitivo ma anche un vero e proprio stato della coscienza. Apprendere nuovi schemi corporei, sperimentare nuove posture o perfezionare e andare in profondità alle acquisite, significa quindi lavorare non solo sulla mente ma anche sulla coscienza individuale.

“Se il corpo cambia, cambia lo spirito e se lo spirito cambia il cosmo intero si modifica”

– Hatha Yoga Patanjali

Corpo, mente e spirito, ossia l’anima o semplicemente, se si preferisce, il cuore, essendo uniti, interagiscono e si influenzano tra loro; quando il corpo inizia a cambiare attraverso la pratica yoga, si modifica anche l’attitudine mentale e con essa il nostro modo di porci nella realtà influenzando tutti i rapporti e le relazioni della nostra quotidianità. Lavorando a partire dal corpo quindi, siamo in grado di influenzare la realtà che ci circonda. Questo cammino a partire dalla fisicità può partire o essere colto inizialmente anche solo per esigenze di benessere, autoregolazione e riequilibrio fisico oppure come anti-stress. Ma la proposta dello yoga va ben oltre, poiché risponde ad un’esigenza di ricerca.

 

YOGA METODO DI CONOSCENZA RIGOROSO

Gli Yogasutra di Patanjali trascrivono l’osservazione alla moviola di uno yogin nella crescita della sua consapevolezza” – Antonio Nuzzo

La prima trascrizione scritta della pratica dello yoga, gli Yogasutra di Patanjali, descrivono minuziosamente il cammino di uno yogin che a partire dal corpo via via risalendo alle dimensioni più sottili, conosce nuovi stati di coscienza e amplifica la propria visione. L’opera è una successione di precise e minuziose istruzioni pratiche che, se osservate, permettono di percorrere la via della consapevolezza nell’unione di corpo mente e spirito.

 

“Patanjali è uno scienziato che pensa in termini di leggi. E’ arrivato a dedurre le leggi supreme che reggono l’essere umano, (…) la mente umana e la realtà”

– Yoga la via dell’integrazione – Osho

 

La pratica yoga è una disciplina molto rigorosa, che se applicata con diligenza funziona scientificamente tanto da raccomandare ai neofiti di iniziare a praticarla affidandosi all’insegnante giusto, non solo per acquisire una metodologia corretta ed evitare di farsi male, ma anche per vigilare sugli effetti che essa può scatenare, in caso la persona sia psichicamente fragile.

“Lo yoga è una scienza pura (…) con Patanjali per la prima volta nella storia dell’umanità la religione fu portata a livello di scienza: (…) una scienza di leggi allo stato puro, senza dogmi nè credo” – Yoga la via dell’integrazione – Osho

 

YOGA CRESCITA NELL’ ESSENZIALITA’: SPOGLIARSI DEL SUPERFLUO

Yoga Chitta vritti niroda – Lo yoga calma la tempesta della mente. Lo yoga è l’arresto delle funzioni mentali” – Yogasutra – Patanjali

Il superfluo che offusca la lucidità della persona, è generato dalla mente che entra in una sorta di LOOP DI PENSIERO ansiogeno che si traduce in attività frenetica, dis-regolazione oppure all’opposto in un ristagno energetico, irrigidimento difensivo, chiusura fisica ed emotiva, pensieri ricorrenti.

 

“Essere uno yogin vuol dire realizzare il proprio potenziale. Lo yoga è la scienza di fermare ciò che va fermato e risvegliare ciò che va risvegliato”

– Yoga l’energia che trasforma – Osho

Questo loop che ha un’origine sempre difensiva, porta l’individuo a proiettarsi in una dimensione che fugge dal presente: rifugiandosi nel passato (rimpianto, nostalgia, rabbia) oppure proiettandosi nel futuro (ansia, preoccupazione, aspettativa) oppure chiudendosi in un presente evasivo in cui staccare la mente o al contrario spegnere il corpo. Potremmo dire che il SUPERFLUO PORTA A SCINDERE L’UNITA’ CORPO-SPIRITO-MENTE, parcellizzando la quotidianità in dipartimenti stagni, in cui vivere a metà o solo il corpo oppure solo la mente, disgregando l’integrità dell’individuo.

“Yoga significa unire ciò che è disgregato…come trovare ciò che è permanente, l’uno dietro al molteplice, l’immobile dietro il cambiamento (…) l’immortale, il trascendentale”

– Yoga del cosmo interiore – Osho

Lo yoga lavora per ricostruire invece integrità individuale, ricompattando, a partire dal corpo verso l’alto (bottom-up) o dalle suggestioni della mente verso il corpo (top-down), le varie parti della persona nell’unità originaria viva e presente solo nel QUI E ORA, l’unico spazio fisico e temporale dove si svolge davvero l’esistenza umana.

 

“Lo yoga è una metodologia che svela la verità. E’ il metodo per avere una mente senza sogni, è la scienza dell’essere QUI e ORA” – Yoga la via dell’integrazione – Osho

Ma ancora una volta la domanda torna spontanea. Com’è possibile tutto questo attraverso una pratica fisica come lo yoga?

 

LA SCALA DI CONOSCENZA DELLO YOGA: GLI 8 PASSI

“L’essenza dello yoga è scoprire in che modo l’energia può muoversi all’interno dell’unico canale energetico, presente nel cuore, in grado di liberare da tutti i lacci che legano al mondo esterno” – The message Beyond the Words – Osho

 

La disciplina dello yoga è una pratica che coinvolge l’intera vita della persona nel profondo della propria sfera emotiva, dal cuore, senza dogmi né credo, come dice Osho, ma alla luce di una libera consapevolezza che può o meno accendersi e formarsi man mano e trasformando passo dopo passo la quotidianità, in 8 passi:

NYAMA – Le cinque osservanze (gioia e gratitudine, accettazione/compassione/fiducia, passione e sforzo, purezza, crescita continua/studio di sé)

YAMA – Le cinque astensioni (non violenza, non rubare/desiderare il non destinato a te, non attaccamento, contenimento, non mentire)

ASANA – Posture nell’immobilità del corpo (coscienza corporea)

PRANAYAMA – Educazione del respiro (coscienza energetica)

PRATYARA – Abbandono dei sensi (coscienza interiore, ribaltamento della coscienza)

DHARANA – Concentrazione (focalizzazione dell’energia)

DYANA – Meditazione (passaggio di coscienza)

SAMADHI – Stato di unità (Enstasi contrario di Estasi)

Il corpo è il terzo gradino nella scala di conoscenza dello yoga e presuppone che chi si avvicini alla pratica abbia interiorizzato le osservanze e astensioni precedenti. Generalmente, avviene indirettamente proprio così per chi si apre allo yoga, sopratutto in virtù di SVADHYAYA la crescita continua nello studio di sé e della realtà. Ma l’incontro con lo yoga può avvenire anche per caso, per motivi terapeutici, per abbassare lo stress, per rilassarsi, per riequilibrarsi o per pura curiosità, e la motivazione può rimanere questa o crescere, liberamente, senza restrizioni.

 

“Lo yoga è il gioiello che riflette la luce interna dell’individuo e la porta in superficie” – Yoga Ratna, il gioiello dello yoga – Gabriella Cella

Ma ciò che in tutti i praticanti avviene, a prescindere dalla motivazione, è la riscoperta di un’armonia con sé stessi ed un risveglio energetico che mette in luce la propria forza interiore, autentica, integra, originale e unica. Questo contribuisce a rafforzare l’integrità della persona che si vede ricompattare nello yoga attorno alla sua identità personale e nella sua autostima indipendentemente dalle difficoltà quotidiane. E nell’integrità come in ogni armonia, è emerge l’autentica bellezza della persona.

“Ricorda: il corpo è sempre bello. E’ una regola incondizionatamente vera. Non è il corpo che deve essere cambiato; è la mente che deve essere cambiata (…)” – Yoga per il corpo la mente e lo spirito – Osho

 

CONSAPEVOLEZZA & COSCIENZA NELLO YOGA

Ma cosa succede quando il praticante inizia davvero a crescere e dal corpo la sua consapevolezza inizia ad aprirsi passando per il cuore?

“La consapevolezza non è parte della mente, scorre attraverso di essa ma non è parte. E’ simile a una lampadina: l’elettricità scorre al suo interno ma non ne è parte”

– Yoga scienza dell’anima – Osho

 

Succede che la mente si apre all’ascolto e l’ascolto supera la razionalità guardando le percezioni, le evocazioni, l’immaginazione e ricordi in modo nuovo: diventando osservatrice lucida e svincolata, non più fusa con l’oggetto e con-fusa dai propri preconcetti mentali. Quando la mente si apre e diventa osservatrice, dimentica sé stessa, smette di assorbire incondizionatamente, smette di giudicare e apre lo sguardo a ciò alle cose per ciò che sono. Prendendone atto senza più soffrire. La mente si apre alla vera conoscenza, alla consapevolezza e alla coscienza ossia si apre alla connessione. Se la coscienza non è parte di noi, ma passa attraverso di noi e ci accorgiamo di essa quando ci apriamo all’ascolto, ecco che allora crescere nello yoga significa crescere nella capacità di connettersi.

 

“La mente umana non è altro che uno specchio. Se è limpida l’infinito vi si può riflettere”

– Yoga scienza dell’anima – Osho

Se la pratica a partire dal corpo man mano porta in superficie la bellezza della propria luce individuale, la consapevolezza che amplifica la coscienza permette di ritrovare l’unità non solo con sé stessi, ma anche con tutto ciò che ci circonda. E questo porta a compiere un grande atto di umiltà, poiché la coscienza non ci appartiene, possiamo solo creare il terreno per poterla accogliere dentro di noi; e questa umiltà apre alla compassione verso di sé e tutte le creature.

 

YOGA & METODO ANALOGICO DI CONOSCENZA DELLA REALTA’

“La mente razionale è un servitore fedele. La mente intuitiva è un dono. La nostra società onora il servitore e ha dimenticato il dono” Albert Einstein

 

Abbiamo detto che lo yoga è un cammino di conoscenza, rigoroso, potremmo osare dire “SOGGETTIVAMENTE SCIENTIFICO”. Poiché ciò che avviene osservando le istruzioni, nell’individuo predisposto, è stato attestato dalle neuro-scienze attraverso lo studio delle dinamiche cerebrali che si attivano negli stati meditativi. La predisposizione dell’individuo è ciò che rende invece soggettiva la pratica dello yoga. Forse ne costituisce anche il pregio, perché la preserva come DISCIPLINA LIBERA NON COERCITIVA. Lo yoga funziona per connessione, sintonia e risonanza interiore. Funziona quindi creando un nesso tra l’esperienza del momento e il vissuto della persona, tra sensazioni ed emozioni, tra memoria del corpo e memoria della mente, integrando il tutto in un SALTO DELLA COSCIENZA E DELLA CONSAPEVOLEZZA. Lo yoga lavora quindi per ANALOGIA, non per razionalità: costruisce ponti e unisce, non separa, discrimina, polarizza; integra e sintetizza, anziché frammentare e analizzare; utilizza in prevalenza l’emisfero destro creativo e INTUITIVO del cervello, anziché il sinistro razionale e deduttivo; orienta e guida, non dirige né impone. Lo yoga è una disciplina ORTO-PRASSICA, che afferma che siamo ciò che crediamo non ciò che sappiamo, al contrario della scienza che è ortodossa. Lo yoga infine è una conoscenza OLISTICA che utilizza un approccio conoscitivo globale, in cui il tutto viene considerato più della somma delle parti, all’opposto della scienza specialistica che ragiona per cumulazione di informazioni.

Come abbiamo già affermato in apertura di questa rubrica, lo yoga non può intendersi in alcun modo sostitutivo del metodo scientifico, né porsi in contrapposizione ad esso. Possiamo però ragionevolmente affermare, che lo yoga può aiutare l’individuo nella ricerca di senso, orientando attraverso la coscienza l’uso della razionalità e la pratica scientifica nella sua motivazione e nei suoi obiettivi. E in questo senso possiamo affermare che lo yoga sia un alleato della scienza, in quanto potenzia il fine ultimo della ricerca speculativa: l’uomo.

Che tutte queste opportunità siano o meno colte dal praticante secondo il punto del cammino nella conoscenza di sé cui è arrivato, non è importante. La cosa essenziale per l’integrità di questa meravigliosa disciplina è trasmettere che lo yoga non è una prestazione, ma un’esperienza di ricerca e di conoscenza.

 

Rimanete connessi per scoprire l’argomento del prossimo articolo!

 

A presto e buona lettura!

 

A cura di Elena De Donato, Yoga Teacher&Trainer Yoga Ratna metodo Gabriella Cella, Yoga Gravidanza e post partum metodo Yoga in fascia®️, Yoga for the Special Child©️, GiocaYoga®️, formata al metodo Somatic Competence®️Yoga IPSI (Istituto di psicosomatica Integrata).

 

BIBLIOGRAFIA

Osho – Yoga: la scienza dell’anima

Patanjali – Yoga Sutra

Antonio Nuzzo – I doni dello yoga

Enrica Rame – Yoga Ratna felice incontro tra oriente e occidente

Gabriella Cella, Marilia Albanese – Yoga Ratna Il gioiello dello yoga

Marilia Albanese, Gabriella Cela, Fiorenza Zanchi – I chakra: l’universo in noi

 

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