La scoperta della propria infertilità è sempre qualcosa di inatteso, vissuto molto spesso con un grande senso di colpa nei confronti del partner e con un senso di vergogna nei confronti di se stessi e del mondo circostante: ci si sente diversi, incapaci di fare una cosa tanto naturale come mettere al mondo un figlio. Il senso di diversità e di solitudine è grande, e molto spesso vissuto in silenzio e in segreto all’interno delle mura della propria casa e della propria coppia. Ma la diagnosi di infertilità è solo il primo passo. Seguono poi una serie di proposte che gli specialisti pongono di fronte alla coppia al fine di aiutarli a realizzare il proprio desiderio di genitorialità. Una di queste proposte è ricorrere ad un percorso di procreazione medicalmente assistita, che se da un lato rappresenta la speranza di poter rientrare nella categoria delle “persone normali”, dall’altro richiede la mobilitazione di grandi risorse individuali e di coppia. Il cammino è lungo e tutto ciò che viene richiesto alla coppia è tutt’altro che “normale”: una quantità di esami medici, dosaggi ormonali, rapporti sessuali “mirati”. Il vissuto portato dalle coppie è quello di una massiccia invasione nella propria quotidianità e intimità, che viene però tollerata perché ritenuta l’unica strada per raggiungere il tanto desiderato traguardo: concepire un figlio “inconcepibile”. La parte cognitiva però non va quasi mai di pari passo con quella emotiva, e le grandi emozioni, le paure, le preoccupazioni, le aspettative e le ansie che si incontrano durante il tragitto incidono sulla coppia rendendo ancora più difficile superare le delusioni che inevitabilmente si incontrano prima di giungere al termine del percorso. Un altro cammino possibile è quello dell’adozione, percorso che richiede uno spostamento dal bisogno di un figlio al desiderio di diventare genitori di un bambino procreato da altri: l’elaborazione del proprio lutto legato all’infertilità è infatti passaggio obbligatorio per poter iniziare a pensarsi genitori adottivi, una genitorialità che prescindendo dal legame biologico pone le sue fondamenta nella creazione di una reciproca appartenenza genitore-figlio. Di fronte alla difficoltà di mettere al mondo un figlio, dunque, ciascuno, per sé e per la propria coppia, è chiamato ad affrontare difficilissime sfide psicologiche, che dovrebbero avere come traguardo ultimo la creazione di un nuovo equilibrio in cui poter inserire la diagnosi di infertilità. La proposta di un gruppo di sostegno per coppie con difficoltà procreative nasce proprio dal desiderio di poter accompagnare le coppie e i singoli partner in questo momento così traumatico della propria esistenza, favorendo il confronto, aiutando la legittimazione del proprio “stare male”, fornendo anche informazioni utili ad una scelta consapevole sul proseguimento del proprio percorso.
DOVE e QUANDO:
presso la sede di Via Cadona 12/d del Centro Il Melograno, un giovedì sera al mese
DESTINATARI:
Coppie residenti e non residenti di Vimercate.
Verrà data priorità alle coppie residenti nel Comune di Vimercate. Al raggiungimento del numero massimo (8 coppie), si attiveranno ulteriori gruppi richiedendo un contributo di partecipazione alle coppie non residenti.
La partecipazione al gruppo è libera e gratuita per gli utenti residenti, mentre gli eventuali percorsi di supporto e terapia individuale o di coppia saranno a pagamento.
Per info e prenotazioni contattare la d.ssa Debora Comi
nascita@centroilmelograno.it – 3494062460