Parto Cesareo ed implicazioni psicologiche

“Mi sento meno mamma… “,” Io non ho partorito, ho subito un intervento chirurgico “, ” Mi hanno strappato il mio bambino” … , “Lui non era pronto”….
Queste sono solo alcune delle frasi che mi riportano le mamme che hanno subito o hanno dovuto fare un parto cesareo per alcune complicanze legate alla gravidanza o allo stato di salute di mamma e bambino.
Tante donne che hanno partorito naturalmente, a causa del dolore che hanno sentito o in base all’esperienza che hanno vissuto, arrivano ad affermare che avrebbero preferito fare un taglio cesareo, così almeno avrebbero sofferto meno. Ma i vissuti legati al parto cesareo non sono da dare così per scontato, anzi possono avere delle implicazioni psicologiche importanti: il fatto di non aver vissuto l’esperienza del Travaglio (in caso di Cesareo programmato) o di aver comunque fatto un Travaglio lungo ma essere arrivate ad un Cesareo d’urgenza porta alcune donne  a sperimentare emozioni come il senso di colpa, la tristezza, la delusione , il senso di fallimento derivante dal fatto di non aver avuto un ruolo attivo ed essersi trovate in balìa della situazione.

In particolare nelle situazioni di cesareo programmato, la donna può sperimentare la sensazione di “non aver partorito”, in quanto l’evento viene vissuto al pari di un intervento chirurgico: l’ambiente medicalizzato (la sala operatoria e non la sala parto), l’anestesia totale (la donna è addormentata e non assiste alla nascita del suo bambino), e il fatto di risvegliarsi due-tre ore dopo dalla nascita e di essere stata l’ultima a vederlo dopo papà, medici e infermieri, le fa sperimentare un grosso senso di impotenza, che può protrarsi nel tempo, se non adeguatamente elaborato.
Può capitare a volte anche che questo vissuto di impotenza porti a una fatica a riconoscere e sentire come proprio il bambino appena nato.

Il fatto di dover stare allettate nei giorni seguenti (a causa della ferita) e il fatto di non essere in grado di prendersi cura da sole del bambino ma di dover chiedere aiuto a qualcuno è l’altro elemento che può faticosamente essere digerito dalle neo mamme.. in questo periodo attuale, il fattore Covid è un ulteriore aggravante, in quanto la donna, nonostante il non essere in grado di alzarsi, è sola in ospedale , in quanto nè il papà nè i parenti possono rimanere in ospedale con lei per poterle dare una mano con il bambino.

Uno studio pubblicato nel 2011 dai ricercatori della Yang-Ming University di Taiwan, su oltre diecimila mamme, ha rivelato che le donne che avevano partorito per mezzo del taglio cesareo erano più a rischio di depressione post-partum. In più, se il parto era stato pianificato, il rischio di depressione aumentava del 48% rispetto ad un cesareo avvenuto in una situazione di emergenza. Sarebbero il senso di fallimento e la perdita di controllo, secondo gli studiosi, i principali sospettati di aver un ruolo nella manifestazione del disturbo.

Quindi cosa può aiutare? Come posso rendere mia questa esperienza?

Pensare che il bambino è stato dentro al mio corpo per 9 mesi, che con lui ho costruito un legame e una relazione, pensare che a prescindere dal come, sono stata io comunque a dare la vita a quel bambino

E’ importante, nel momento in cui ci si rende conto che queste sensazioni negative iniziano a sopraffarci, chiedere aiuto per ritrovare dentro di sè le risorse per affrontare al meglio questo tipo di parto (in caso di donna in gravidanza che scopre di dover fare un cesareo programmato) o per poterle elaborare (in caso di post-partum).

Nel nostro centro è sempre attivo lo Sportello SOS Mamma, dedicato all’ascolto psicologico e all’aiuto per le future mamme e le neomamme

a cura di Debora Comi, psicologa psicoterapeuta esperta in ambito perinatale, coordinatrice Area Nascita

nascita@centroilmelograno.it

349.4062460

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