NELLA STANZA DELLO PSICOLOGO

Ciascuno di noi può attraversare nel corso dell’esistenza un periodo in cui viene a mancare la percezione di un benessere psicologico.

A volte si può avvertire una sensazione di malessere che cresce lentamente nel tempo, senza che apparentemente sia accaduto un evento importante;

altre volte viviamo un’esperienza che impatta in maniera molto forte su di noi in seguito alla quale possiamo sperimentare emozioni intense e o durature che minano il nostro stato di benessere, eventi che cambiano radicalmente i nostri equilibri e le nostre certezze. Pensiamo ad esempio alla scoperta di una malattia, ad un incidente, ad un licenziamento, ad una separazione, alla scoperta di un orientamento sessuale o di una identità di genere diversa da quella che ci si aspetterebbe socialmente.

Inoltre essere esposti frequentemente a microaggressioni o ad azioni discriminatorie può portare la persona che ne è colpita a sperimentare un crescente stato di disagio emotivo; facciamo riferimento ad esempio a situazioni di mobbing o di bullismo.

Anche i passaggi che scandiscono la vita dell’individuo possono esitare in sensazioni di vulnerabilità o incertezze: il rapporto con i genitori, il percorso universitario, una convivenza, una gravidanza, il rapporto con i figli o con il partner, la cessazione dell’attività lavorativa, per citarne alcuni.

Può succedere che parlare di quello che si prova con le persone care non aiuta a sentirsi meglio; altre volte non ci si sente proprio di aprirsi per timore ad esempio di giudizi o di non sentirsi capiti.

Rivolgersi ad un professionista della salute psicologica può permettere di avere accesso ad uno spazio sicuro, non giudicante, all’interno del quale è possibile parlare di sé, sentirsi capiti, rispettati nei propri valori e in cui essere sostenuti nel comprendere cosa accade dentro noi.

Cliente e terapeuta si incontrano in uno spazio e in un tempo definito all’interno del quale, in una prima fase del percorso, il cliente può darsi la possibilità di condividere il suo malessere ed esprimere quali desideri avrebbe rispetto allo spazio terapeutico.

Insieme poi, cliente e terapeuta si aprono alla ricerca della comprensione di ciò che accade nella persona, ciascuno con il proprio contributo e ruolo per costruire insieme un percorso nella direzione di obiettivi raggiungibili e condivisi volti al miglioramento della dimensione psicologica ed emotiva.

Accompagna e sostiene l’intero percorso la relazione terapeutica, ovvero quell’unico e speciale rapporto che si crea, all’interno del dialogo clinico, tra due persone, ciascuna con il proprio ruolo e compiti: il terapeuta e il cliente. Tra gli elementi che caratterizzano questa relazione vi sono la cooperazione, la fiducia, il rispetto e l’empatia.

Questo cammino non è necessariamente lineare; con il tempo la persona può avvertire la necessità di rimodulare i propri obiettivi e non è esente da fatiche.

Il processo di conoscenza di sé e o di cambiamento può avere momenti difficili, dolorosi e attraverso la vicinanza empatica e la fiducia reciproca può essere attraversato e, in diverse circostanze, trasformarsi in esperienza e fonte di resilienza.

Ciò che può accadere nella stanza del terapeuta è, in sintesi, una possibilità di esplorazione delle proprie risorse, di comprensione di se stessi e di cammino verso un miglioramento dei propri vissuti dentro un processo che può cambiare e arricchire il cliente e il terapeuta.

A cura della d.ssa Agata Pollastri, psicologa psicoterapeuta

 

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