MA IL CIUCCIO COME SI SCEGLIE?

Capita spesso ai genitori di chiedersi se e quando introdurre l’uso del ciuccio, fino a quale età e con quali accorgimenti.

Sicuramente, il ciuccio può avere un ruolo importante durante lo sviluppo del bambino poiché stimola la suzione, tonifica i muscoli della bocca e molto spesso è un valido alleato grazie al suo effetto calmante e rilassante. Inoltre, il ciuccio nei primi mesi può essere usato come strumento di attivazione e di gioco, ad esempio per stimolare i riflessi neonatali di suzione o di morso.

Tuttavia, come tanti altri ausili il ciuccio non è indispensabile né necessario, va proposto al bambino solo se gradito e poi gradualmente tolto con l’arrivo dei dentini e in seguito delle prime parole. Infatti, crescendo l’esplorazione della bocca diviene più utile, divertente ed efficace se fatta con le proprie mani, oppure con giochi dedicati alla prima esplorazione buccale o con gli anelli di massaggio gengivale. Questi oggetti hanno diversi materiali, consistenze e profumi, aiutano con naturalezza a prendere confidenza con il mondo e permettono al bambino di potenziare la sensibilità e la muscolatura di labbra, guance e lingua.

Inoltre, è importante ricordare il ruolo centrale del cibo nella crescita buccale in tutti i suoi aspetti. Già con l’allattamento le strutture della bocca si rinforzano e coordinano nei movimenti. Grazie allo svezzamento, ai primi dentini e alle diverse consistenze della dieta tutto ciò che si succhia, mastica e assaggia diventa nuovo e utile per attivare ogni muscolo della faccia e della bocca. Perciò, se pur in sicurezza, è di fondamentale importanza lasciare ai piccoli la possibilità di provare, esplorare e gestire il bolo alimentare e le varie consistenze con serenità.

Dopo i primi mesi è utile evitare l’uso del ciuccio per molte ore nel corso della giornata, ma riservarlo ad un momento particolare di rilassamento o coccola. Infatti, intorno agli 8-10 mesi arriva abitualmente la fase della lallazione, dove il bambino comincia ad esplorare i suoni e i movimenti articolatori che può produrre, allenandosi spontaneamente e liberamente. In seguito, compariranno le prime parole (verso i 12 mesi circa) e alla comunicazione gestuale si accompagnerà sempre più quella verbale. Durante questi primi scambi è fondamentale liberare la bocca del bambino, permettendo di esplorare e di produrre suoni migliorandosi di volta in volta e potenziando tutta la muscolatura necessaria. Infatti, se il bambino tiene il ciuccio in bocca quando parla i movimenti saranno meno accurati, goffi e bloccati; impedendo la buona riuscita della comunicazione poiché inevitabilmente le parole saranno poco comprensibili agli interlocutori.

Perché l’uso del ciuccio non risulti controproducente è importante sapere che esistono diverse caratteristiche e tipologie in commercio tra cui poter scegliere in base alle caratteristiche e alle necessità di ogni bambino. In particolare, il ciuccio dovrebbe essere:

  • Piccolo: in modo da non riempire la bocca del bambino e non invadere la postura linguale, ma al contrario permettendo di attivare la muscolatura orale
  • Morbido: per evitare possibili pressioni sulle strutture rigide della bocca
  • Anatomico: in modo da facilitare un adeguato sviluppo delle arcate dentali e del palato, con una tettarella a forma di eclisse, un po’ schiacciata e curvata verso l’alto

 

In alcuni casi, per i bambini che presentano beanza buccale (bocca sempre aperta) potrebbe aiutare un succhiotto grande a ciliegia, per stimolarlo ad usare maggiormente la muscolatura della bocca.

 

 

Per quanto riguarda il materiale bisogna considerare che il ciuccio in caucciù è per sua natura molto elastico e resistente, per questo motivo può fornire maggior sostegno ma essere anche più faticoso da schiacciare e risultare rigido, in particolare nei primi 4-5 mesi. Anche il lattice è un materiale elastico e flessibile, più morbido del caucciù ma poroso e dunque da sterilizzare frequentemente a freddo. Al contrario il ciuccio in silicone è più morbido, anallergico, malleabile e facilmente igienizzabile poiché resiste alle alte temperature, ma anche soggetto ad usura con la comparsa dei primi dentini e per questo da cambiare più frequentemente.

Simili accorgimenti sono da considerarsi per la scelta della tettarella. Se per qualsiasi motivo nei primi 4 mesi non è possibile l’allattamento al seno è opportuno scegliere una tettarella fisiologica. Una volta adottata evitate di cambiarla, perché il bambino potrebbe perdere i suoi punti di riferimento e non accettare la nuova.

Per quanto riguarda il numero di forellini, sarebbe bene scegliere una tettarella con foro piccolo per i primi 10 minuti della poppata: questo obbligherà il bambino a succhiare con maggiore energia attivando tutta la muscolatura orale. Nella seconda parte della poppata si può passare ad una tettarella con più fori, ricordando però che troppo latte in bocca non è un bene per il bambino, che potrebbe avere delle difficoltà a gestirlo in modo adeguato.

Superati i 4 mesi sarà opportuno anche per la tettarella del biberon scegliere una forma anatomica, che ha una conformazione tale da allenare i muscoli delle labbra a chiudersi bene intorno, e inoltre si adatta meglio alle modificazioni delle arcate dentarie e del palato. È bene ricordare che anche l’uso prolungato della tettarella può alterare le competenze orali e deglutitorie, impedendo la corretta postura linguale.

Inoltre, con lo svezzamento anche l’assaggio dei liquidi diviene più accattivante e divertente se gestito con il bicchiere, partendo da quelli col beccuccio per poi arrivare alla padronanza della tazza e infine del bicchiere senza manico. Il bambino impara a gestire i liquidi con più naturalezza e spingendo la lingua verso il palato e non verso l’esterno, come invece si richiede per succhiare dalla tettarella. In questo modo passa gradualmente da una suzione neonatale ad una deglutizione adulta per tutte le consistenze alimentari.

In conclusione, il mio personale consiglio è di lasciarvi guidare dalle caratteristiche del vostro bambino e anche dal vostro istinto. Indipendentemente dal modello o dal materiale scelto il ciuccio è un ausilio che accompagna molti bimbi nei primi mesi di vita, perciò va vissuto con naturalezza e qualche accorgimento per usufruire di tutti i benefici che comporta, senza cadere nelle insidie di un uso protratto o inadeguato. Perché forse, come diceva Democrito “in medio stat virtus”, e se usato nel modo giusto e al momento giusto il ciuccio ha soltanto pregi da offrire!

Bibliografia: “Educazione della bocca – quello che i genitori devono conoscere”, A. Riberi e I. Vernero, Omega Edizioni, 2017

 

a cura della dott.sa Anna Casiraghi, Logopedista

email: etaevolutiva@centroilmelograno.it

 

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