Ma ci vedo bene?

psicomotricitàvisuo-spazialeCommenti disabilitati su Ma ci vedo bene?

Nei bambini capita di osservare difficoltà visuo-spaziali e visuo-percettive…

Ma cosa sono? Come si osservano? Ma soprattutto, possono essere presenti anche quando il bambino non ha bisogno di occhiali?

 

Questo è un argomento molto lungo e complesso, ma proveremo qui ad essere sintetici, per poter dare degli spunti per capire gli aspetti che più frequentemente possono farci sorgere il dubbio.

 

Bisogna innanzitutto fare una distinzione tra vista e visione.

 

La vista, il vederci bene, è legata alle caratteristiche del nostro bulbo oculare: ci mancano diotrie? Siamo miopi o ipermotropi? Siamo astigmatici?

Questa è una caratteristica che può indagare l’oculista, che ci dice se ci serviranno o no gli occhiali; il difetto visivo è correggibile con le lenti (o in alcuni casi con un’operazione) e non è riabilitabile.

 

La visione invece è “come il nostro cervello elabora l’informazione visiva”.

Se osserviamo l’immagine dell’articolo e la vediamo in modo nitido vuol dire che ci vediamo bene! Però c’è qualcosa che non va, perché il nostro cervello potrebbe metterci un pochino a capire di cosa si tratta. Potrebbe sembrarci un porcellino forse…? O uno strano animale…? Prima di arrivare a capire che è un cagnolino con il naso rivolto verso l’alto…

 

Questo processo quindi ha coinvolto certamente i nostri occhi, ma più di tutto ha coinvolto il modo in cui l’informazione ha raggiunto il nostro cervello ed è stata elaborata. Abbiamo dovuto svolgere un processo molto complesso.

 

Questo è un semplice giochetto per ingannare il nostro cervello, come se ne possono trovare molti in internet: le figure reversibili; la ballerina che gira, che va a destra o sinistra? Il vestito che è nero e blu o bianco e oro? E così via…

 

Ma questo giochetto vuole aiutarci a capire la difficoltà di percezione visiva.

Chi ha questo tipo di “difficoltà percettiva” affronta la questione quotidianamente. È una caratteristica che accompagna alcuni dei nostri bambini e che necessita di essere riconosciuta e trattata.

 

Da una difficoltà nella visione può derivare una difficoltà nel riconoscimento di figure (che siano immagini o persone); nel comprendere il dettaglio all’interno della figura globale e viceversa; nel riconoscere la figura dallo sfondo; nel comprendere le relazioni delle figure (oggetti, persone, tratti grafici) all’interno dello spazio; nel coordinare ciò che accade nell’ambiente con i movimenti del proprio corpo.

 

La visione è spesso legata anche a quelli che sono i movimenti oculari: questi muscoli, quando funzionano bene ci permettono di osservare un oggetto a lungo senza fatica; ci permettono di seguire un oggetto in movimento senza difficoltà e senza muovere la testa; permettono di osservare senza fatica un oggetto in avvicinamento o in allontanamento (convergenza e divergenza); quando gli occhi si muovono insieme e in modo sincrono ci garantiscono la visione tridimensionale e quindi la percezione della profondità.

 

Cosa possiamo osservare?

Di seguito riporterò alcuni esempi di comportamenti osservabili, legati a come il nostro bambino si muove nello spazio.

Queste caratteristiche non devono essere presenti contemporaneamente; e allo stesso tempo, se ne osserviamo qualcuna, non è detto che sia per forza legata alla visione.

Ma possiamo iniziare a porci delle domande.

 

Ci sono ad esempio bambini che faticano a riconoscere una persona quando viene modificato un dettaglio della sua fisicità (es. se qualcuno indossa occhiali che non aveva mai messo, oppure se si taglia I capelli).

Alcuni bambini potrebbero inciampare spesso nello spazio, in quanto faticano a identificare con precisione la profondità o lo spessore degli ostacoli.

Alcuni bambini potrebbero far fatica ad orientarsi nello spazio: alcuni esplorano in modo disorganizzato, faticano a ritrovare un oggetto spostato o caduto.

Alcuni bambini faticano ad organizzare il proprio movimento in maniera coordinata rispetto a un oggetto in avvicinamento (ad esempio afferrare al volo una palla, o calciare una palla in movimento).

In età scolare si potrebbero vedere bambini che faticano a seguire la linea di lettura, o che saltano le sillabe o le parole mentre leggono.

Oppure bambini che faticano ad organizzarsi all’interno dello spazio del foglio.

 

A chi rivolgersi?

La visione, come abbiamo accennato prima è un processo complesso e viene attuato correttamente quando le informazioni, provenienti dai diversi sistemi sensoriali, sono ben integrate tra loro. Il neuropsicomotricista, attraverso un intervento multimodale (integrando le diverse sensorialità), può offrire un supporto, facilitando l’esperienza del corpo nello spazio e rafforzando la percezione con l’esperienza.

A questo proposito è utile sapere ad esempio che il sistema visivo è strettamente legato al sistema vestibolare (che rileva la posizione del nostro corpo e il suo movimento nello spazio).

 

L’altra figura molto supportiva in questi casi è quella dell’ortottico, esperto in movimenti oculari, che può aiutare a definire le caratteristiche visive della persona e offrire programmi di intervento.

a cura di Laura Sanvito, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva

 

Fonte dell’immagine in evidenza: Reddit/HolUp
https://www.reddit.com/r/HolUp/

© 2018 Centro Il Melograno A.P.S. - Psicologia e Servizi alla Persona - C.F. 94060860155