LE DOMANDE (difficili) DEI BAMBINI

Quante volte arriva quel momento in cui, mentre stiamo svuotando la lavatrice o aprendo il frigo i nostri figli ci fanno delle domande e noi vorremmo nasconderci nella vaschetta dell’ammorbidente o nel cassetto della verdura sotto le cipolle abbandonate nella loro retina rossa!!!

Oggi vorremmo, attraverso una breve panoramica (che non vuole assolutamente essere una lectio magistralis!!!), poter aprire uno spazio di dialogo su un argomento che è forse molto complesso.

Gli studi sugli aspetti psicologici dello sviluppo del bambino mostrano da sempre che sono le prime esperienze di soddisfazione degli impulsi fondamentali a condurre alla costruzione di modi ben definiti di percepire e di reagire alle situazioni percepite.

Da queste attività percettive organizzate derivano particolari aspettative e presupposti basati sulla precedente esperienza riguardo al modo in cui persone e cose si comportano.

L’intelligenza nel primo anno di vita e nella prima infanzia si manifesta nella soluzione di problemi percettivi attraverso la manipolazione. Nella seconda metà del secondo anno la passione del bambino per la manipolazione viene superata dal suo interesse per il linguaggio. Di pari passo con l’uso nascente delle parole come strumento per risolvere i problemi, compaiono le prime soluzioni attraverso l’immaginazione e il gioco simbolico. Attraverso il gioco simbolico il bambino elabora la sua effettiva esperienza del mondo reale delle cose e delle persone come mezzo per dominare e capire quest’ultimo. Con il procedere degli anni, mentre rimane su questioni concrete, aumentano il suo diritto ad una propria esistenza e la sua emancipazione da questioni pratiche e immediate. Lo studio delle domande infantili mostra che la prima fase è quella tipica in cui il bambino chiede nomi e scopi “che cos’è?”, poi dopo i tre anni cominciano a predominare i “Perché?”.

I “Perché?” hanno vari significati ma il primo sembra essere un’espressione del generale senso di perplessità che il bambino prova di fronte al carattere imprevedibile dell’esperienza ed un nascente interesse nella spiegazione in quanto tale.

Attraverso le domande i bambini si trasformano in investigatori curiosi che osservano e esplorano il mondo e l’altro da sè: la famiglia è l’ambiente sicuro in cui conoscere il mondo. Se nel rispondere li aiutiamo a formulare ipotesi che contengono punti di vista divergenti, stimoliamo la loro capacità di riflessione.

A volte si ha la sensazione di non essere in grado di dare le risposte: in questi momenti è importante l’attenzione che diamo alla situazione che la domanda genera. Diventa così forse d’aiuto sospendere la domanda, cercare la risposta insieme o chiedere magari “un aiuto da casa” …. OPS!! Magari siamo già a casa!!! Bene, poco conta! Anche il chiedere ad altri è un apprendimento per i bambini poiché ammettiamo i nostri limiti e mostriamo che essere adulti non comporta per forza la conoscenza di ogni risposta.  Per i nostri bambini l’importante è sentire che li stiamo ascoltando e che stiamo prendendo seriamente la sua domanda: “Adesso non so rispondere alla tua domanda, ma è così importante che voglio cercare una risposta. Mi informo e ne riparliamo ok? Oppure in base all’età: “la cerchiamo insieme?”

 

Come dobbiamo comportarci quindi quando sembra iniziare il terzo grado?
Dobbiamo in primo luogo dare una risposta SEMPRE: il legame che i bambini hanno con noi si basa sulla fiducia e noi per mantenerlo e alimentarlo abbiamo il compito di rispondere ai loro bisogni di soddisfacimento del loro apprendimento, così da stimolare la loro curiosità e favorire lo sviluppo del pensiero creativo.
Prima di lasciarvi qualche Tip vorremmo condividere con voi questa poesia che sembra proprio rispecchiare quello che si prova quando ci si trova in momenti come questi.

 

LE DOMANDE DEI BAMBINI, Sabrina Giarratana, Poesie di luce, Motta Junior

 

Le domande dei bambini sono fiamme

per accendere le menti dei più grandi.

Sono fuoco sempre ardente per le mamme

se non hai una risposta ti domandi.

 

Le domande dei bambini fanno luce

mentre rendono la mente più tenace.

Le domande dei bambini fanno chiaro

perché vogliono sempre il vero.

Le domande dei bambini fanno grandi,

se non hai una risposta ti domandi.

 

Questa poesia vuole essere un invito a fermarsi e ascoltare i nostri “piccoli investigatori” provando a metterli in contatto con i loro effettivi bisogni.

A questo proposito ATTENZIONE non vi lasceremo soli con tutte le domande che vi pioveranno addosso, ma vi anticipiamo che nel prossimo anno partirà la rubrica “Le domande dei bambini” in cui ogni mese una professionista risponderà alle domande più difficili che i bambini ogni tanto pescano nel loro cilindro!!

Nell’attesa della nostra rubrica allora come trovare le parole giuste per rispondere?

Alcune indicazioni:
1 dire sempre la verità;
2 moderare il linguaggio in base all’età del bambino;
3 rispondere alle loro domande, a tutte le loro domande, senza lasciar cadere o evitare; in caso di dubbi accogliere la domanda e prendere del tempo per informarsi sulla risposta.
4 dare risposte chiare e semplici;
5 riconoscere ciò che provate.

a cura di Alessandra Borrello Psicoterapeuta, Psicologa dell’Emergenza, Psicologa Sportiva Team Leader, Project Manager Muay Thai Lab 

#CHIEDIalMELO! Non esitate a contattarci per farci conoscere le “domande difficili” che i vostri figli vi hanno posto! Puoi mandare una mail a etaevolutiva@centroilmelograno.it

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