Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) sta entrando sempre più nelle nostre vite, e anche nel mondo della scuola. Ma questa presenza solleva domande importanti sia tra genitori che tra insegnanti: è un’opportunità per migliorare l’apprendimento o rappresenta una minaccia? E cosa devono sapere i genitori per accompagnare i propri figli in questo nuovo scenario?
Le opportunità dell’IA a scuola
L’IA può offrire strumenti innovativi per personalizzare l’apprendimento. Ad esempio, piattaforme intelligenti possono adattare i contenuti alle esigenze di ogni studente, aiutandoli a progredire al proprio ritmo. Strumenti tecnologici che supportano contenuti didattici come la lettura, la comprensione del testo e la matematica possono, oltre che sostenere nelle difficoltà, anche stimolare la curiosità. Dobbiamo ricordare, infatti, che alcuni studenti si sentono poco stimolati e tendono ad impegnarsi superficialmente in ogni materia didattica. E’ importante, invece, che sviluppino delle preferenze e delle attitudini personali.
Dall’altra parte, l’intelligenza artificiale (IA) può facilitare il lavoro degli insegnanti, automatizzando compiti ripetitivi e permettendo loro di dedicare più tempo all’interazione diretta con gli studenti. Spesso anticipare i contenuti e svolgere approfondimenti può migliorare l’apprendimento, la memoria e di conseguenza il rendimento scolastico.
L’IA può anche rendere l’apprendimento più coinvolgente, attraverso giochi didattici e realtà virtuale, stimolando la curiosità e la motivazione dei ragazzi. In questo modo, si apre la strada a un’educazione più inclusiva, capace di rispondere alle diverse esigenze di ogni studente.
Le minacce e le sfide
D’altra parte, ci sono anche delle preoccupazioni. L’uso eccessivo di strumenti basati sull’IA potrebbe ridurre le occasioni di interazione umana, fondamentale per lo sviluppo sociale ed emotivo dei giovani. Gli insegnanti è bene che monitorino l’utilizzo dei dispositivi personali durante l’orario scolastico: cellulari, tablet, PC sono fonte di distrazione se non sono utilizzati in modo corretto. A volte è necessario porre limiti durante le lezioni portando i ragazzi a sperimentare la gestione del tempo, aumentare la loro concentrazione verso un unico compito e riuscire a comunicare senza l’uso della tecnologia. Ad esempio, nelle scuole secondarie di secondo grado, sono in aumento i ragazzi che trascorrono il momento dell’intervallo in classe, seduti al proprio banco giocando ai videogiochi installati sul loro smartphone. Questo mina la socializzazione e la capacità degli adolescenti di interagire con gli altri, imparando a gestire emozioni e capacità relazionali.
Un altro rischio è legato alla privacy e alla sicurezza dei dati degli studenti che vanno perennemente monitorati e tutelati.
Infine un’altra questione importante riguarda l’affidabilità delle informazioni fornite dall’IA: anche l’intelligenza artificiale sbaglia. Ciò significa che chiunque la utilizzi deve verificare le informazioni, controllare ciò che viene proposto. Per far ciò è quindi necessario padroneggiare l’argomento che si consulta, conoscerlo, averlo studiato. L’intelligenza artificiale funge quindi da supporto e non da sostituto della persona.
Cosa devono sapere i genitori
Per i genitori, è fondamentale essere informati e coinvolti. Ecco alcuni punti chiave:
L’intelligenza artificiale a scuola rappresenta un’opportunità enorme per innovare l’educazione, ma richiede anche attenzione e responsabilità. Una responsabilità che i genitori devono trasmettere ai figli in quanto loro non sempre hanno gli strumenti adeguati per comprenderne il corretto utilizzo. Con il giusto equilibrio e una buona informazione, genitori e insegnanti possono guidare i giovani verso un futuro in cui la tecnologia sia un alleato, non una minaccia.
a cura di Federica Colzani, psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale
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