Come cambia il rapporto di coppia dopo la nascita di un bambino?

La nascita di un figlio sconvolge tutti gli equilibri familiari: la coppia da due deve accogliere l’ingresso di un terzo e ritrovare un nuovo assestamento, che non è lo stesso di prima ma che prevede l’aggiunta di un nuovo membro.  L’ingresso di un terzo nella coppia richiede una destrutturazione degli equilibri precostituiti e l’elaborazione di un diverso, più complesso, riadattamento.
Questo passaggio è fondamentale perché spesso la coppia va in crisi perché non può più fare le cose che faceva una volta e si sente destabilizzata. Vi può essere una percezione da parte di entrambi di allontanamento e quindi di solitudine.
Vi sono dunque dei compiti evolutivi che la coppia deve affrontare in questa fase del ciclo di vita:

  1. ridefinire la relazione coniugale e le sue modalità comunicative
    Una volta diventati genitori, i membri della coppia possono sentirsi uniti in un compito comune, aumentando la coesione familiare oppure in caso di difficoltà possono vivere maggiori conflitti e tensioni derivanti dalle ingenti cure che un neonato richiede. Ciò dipende dal tipo di coppia che si è stata in precedenza. È molto importante che in questa fase la coppia sia in grado di rinegoziare in modo funzionale i confini tra l’essere coppia e l’essere genitori, alternando momenti di cura del piccolo a momenti esclusivi di coppia (uscire a cena o al cinema ad esempio) che permettano ai partner di non perdersi e non creare distanze che alla lunga possono diventare incolmabili. Per fare ciò la mamma e il papà devono essere in grado di chiedere aiuto e supporto a nonni, zii, babysitter nella gestione del bambino, cercando di vivere questo momento senza sensi di colpa (spesso la percezione è “lo stiamo abbandonando”). In realtà se i genitori riescono a staccare sono più sereni e ricaricati. In aggiunta è bene che ognuno dei due partner si ritagli degli spazi individuali, dedicandosi ai propri interessi e passioni per non arrivare ad annullarsi completamente
  2. la coppia deve essere concorde sul tipo di atteggiamento educativo da tenere con il figlio in modo da apparire coesa e unita
  3. vi deve essere una rinegoziazione delle relazioni e dei confini rispetto alle proprie famiglie d’origine e quindi del proprio ruolo di figli in virtù dell’acquisizione del nuovo ruolo genitoriale. Spesso a rovinare il rapporto di coppia è l’intrusività dei nonni/suoceri che si sentono in potere di giudicare le scelte dei genitori e di dare il loro parere su tutto, facendoli spesso sentire insicuri e inadeguati. La coppia deve essere forte e resistere agli attacchi esterni: se vogliamo usare una metafora, la coppia è come un castello: a fine giornata deve alzare il ponte levatoio per evitare l’attacco esterno dei nemici.  Sono il re e la regina a scegliere chi far entrare nel proprio regno
  4. vanno ridefiniti i rapporti con l’ambiente esterno, cioè la coppia deve modificare le relazioni con il contesto d’appartenenza (amici, lavoro) in base alle nuove esigenze della famiglia

La situazione iniziale caratterizzata da un aumento dei conflitti, caratteristica della fase di transizione da coppia a coppia genitoriale, come sottolinea Cecotti ,2004, appare un dato fisiologico; Essa può essere superata attraverso la capacità di riconoscere e comunicare sentimenti ed emozioni provate, senza giudizio e senza colpevolizzazioni troppo pesanti. Il dialogo è fondamentale per restare sempre connessi ed evitare la percezione di solitudine.

Vi ricordiamo che è sempre attivo lo SPORTELLO SOS MAMMA, uno spazio di ascolto e sostegno psicologico dedicato ai futuri genitori e neo-genitori, che necessitano di uno spazio di condivisione su dubbi, fatiche e problematiche legate alla nascita del bambino

Articolo scritto a cura di Debora Comi, psicologa psicoterapeuta esperta in ambito perinatale, Responsabile Area Nascita

 

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