“Amare troppo”

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Come è possibile che “amare troppo” possa farci stare male?

L’amore è una cosa bella, c’è chi sostiene che amare un altro sia ancora meglio che essere amati.

Ma cosa significa amare?

Per chi ama troppo, amare significa mettere le esigenze e i bisogni dell’altro davanti ai propri, talvolta arrivando a non vederli nemmeno più.

Per chi ama troppo amare significa giustificare i malumori, l’indifferenza, la rabbia del partner pensando che siano conseguenze di un’infanzina infelice o della troppa pressione al lavoro.

Per chi ama troppo è normale pensare di dover meritarsi l’amore dell’altro cercando di accontentarlo, di non farlo arrabbiare, di non dire cose che potrebbero farlo innervosire che poi, magari, arriverebbe a pensare di rompere la relazione.

Per chi ama troppo al centro dei propri pensieri c’è il partner, prima lui, poi loro.

Per chi “ama troppo, quando arriva a capire che la relazione sta provocando un malessere, una tensione, frequenti momenti di sconforto, infelicità, è comunque impossibile pensare di chiudere col partner perchè “devo capire cosa posso fare per farlo stare meglio” o “sono sicura che capirà e col mio aiuto cambiera’”, o ancora “senza di lui non posso stare”, “ho bisogno di lui”.

Questo “amare troppo” l’altro fa perdere di vista chi siamo noi, cosa vogliamo, quali sono i nostri desideri, cosa ci rende felici.

Solitamente queste donne sono state “brave bambine”, molto attente a ciò che i genitori si aspettavano da loro, attente a non essere un peso oltre ai problemi che già c’erano in famiglia, già attente, fin da piccole, a mettere da parte i propri bisogni in favore di quelli altrui.

Questo le porta ad incastrarsi in relazioni nelle quali replicano questo stesso copione proprio perchè hanno imparato che per essere amate devono mettere l’altro davanti a sè, e che è giusto non far emergere i propri bisogni per non dare fastidio.

Solo quando, ad un certo punto, si arriva alla consapevolezza di avere sempre dato, di avere sempre sopportato, di essersi messe da parte per l’altro, si inizia a capire che qualcosa non va, che qualcosa deve essere cambiato.

Ed è questo il primo passo per iniziare a prendersi cura di sè, a guardare i propri bisogni e imparare a soddisfarli senza più sentirsi in colpa.

a cura della D.ssa Eleonora Panzeri

e della D.ssa Antonella Tusa, psicologa  psicoterapeuta

 

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