Durante la gravidanza e i primi due anni di vita, una buona alimentazione materna prima e del bimbo poi, sono molto importanti per il corretto sviluppo funzionale e neurologico del bambino stesso e per gettare le basi per una crescita sana.
L’attenzione nei confronti dell’alimentazione dovrebbe partire ancora prima del concepimento ed estendersi almeno fino ai 2 anni di vita del bambino.
In questo periodo avvengono rapidi cambiamenti che hanno un enorme impatto sulla salute e sul benessere del bambino a breve e lungo termine, che riguardano la crescita fisiologica e lo sviluppo funzionale (corretto sviluppo di organi e tessuti, soprattutto il cervello, il microbioma intestinale, …).
I fattori che possono avere effetti positivi e negativi sulla salute del nascituro sono molteplici e non riguardano in realtà solo l’alimentazione. Questi sono:
Vediamo nel dettaglio ogni punto.
Oltre a quello atmosferico è necessario tenere presente anche a quello casalingo che riguarda anche la cottura eccessiva (bruciato) e l’utilizzo scorretto di recipienti di plastica che può causare il rilascio di interferenti endocrini come ftalati e bisfenoli (https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_5_1.jsp?id=283&lingua=italiano, https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_5_1.jsp?lingua=italiano&id=330)
Lo stress influenza in parte il funzionamento del nostro organismo (microbio intestinale/alimentazione/ecc.) e condiziona il nostro comportamento; può inoltre portare a parto prematuro.
E’ importante quindi cercare di creare un ambiente favorevole fatto di buone relazioni e sostegno prima, durante e dopo la gravidanza.
L’astensione da queste sostanze, fatta eccezione per alcuni farmaci necessari e utilizzati sotto la supervisione del medico, è sempre stata raccomandata in quanto i danni che possono derivare dal consumo sono noti e di varia natura, per citarne alcuni: malformazioni del feto, aumento del rischio di aborto, deficit neuromotori, mortalità perinatale, ecc.
Uno stile di vita attivo (es: 150’ di attività fisica aerobica moderata a settimana) ha effetti positivi sia sulla futura mamma durante la gravidanza che sul bambino; contribuisce a tenere sotto controllo l’aumento ponderale in gravidanza, riduce la probabilità della comparsa del diabete gestazionale, riduce il rischio di depressione, favorisce la probabilità di parto spontaneo, riduce la probabilità di preeclampsia e di prematurità.
Anche l’igiene orale è importante per prevenire paradontiti nella mamma, prematurità, basso peso alla nascita, tendenza a carie frequenti nel bambino.
L’indice di massa corporea è il rapporto che c’è tra il peso in Kg e l’altezza in metri quadrati. Questo rapporto ci dice si ci si trova in una situazione di sottopeso (IMC<18,5), normopeso (18,5<IMC>25), sovrappeso (25<IMC>30) o obesità (IMC>30).
Al momento in cui si decide di programmare una gravidanza, è bene cercare di mantenere o rientrare verso il normopeso per limitare eventuali rischi per la salute della futura mamma e del nascituro.
Anche l’incremento ponderale durante la gravidanza va tenuto monitorato per evitare o ridurre le probabilità di ipertensione, diabete gestazionale, prematurità, distocia di spalla, ecc.
Se ci si trova in una situazione di normopeso o sovrappeso/obesità può essere utile rivolgersi a un dietista per avere informazioni su come poter migliorare il proprio stile alimentare e l’IMC.
Per una corretta alimentazione basta seguire i principi base della Dieta Mediterranea, di seguito riassunti, che prevedono l’organizzare di pasti regolari che includano tutti gli alimenti, con scelte che privilegiano il consumo di cibi sani, poco lavorati e semplici e con metodi di preparazione non elaborati e che limitano il ricorso a cibi di preparazione industriale.
Regole della Dieta Mediterranea:
Durante la gravidanza si modificano per la donna alcuni fabbisogni per garantire le energie necessarie alla formazione della nuova vita. Le richieste però non variano di molto, non serve quindi mangiare per due.
Nello specifico nel primo trimestre c’è un fabbisogno proteico aumentato di circa 6g/dì; nel secondo di 350 Kcal/dì, nel terzo 460 Kcal/dì.
Di base aumentano anche le richieste di acido folico per il quale è consigliata la supplementazione orale (per evitare malformazioni neurologiche); per gli altri gruppi vitaminici c’è solitamente una buona copertura con una dieta varia e bilanciata, fatta eccezione per i soggetti vegetariani/vegani per i quali il medico può valutare la necessità di una integrazione con vitamine del gruppo B.
Attenzione invece a non eccedere con cibi contenenti vitamina A contenuta specialmente nel fegato (alte dosi sono teratogene).
Avere un parto naturale o cesareo influisce su una diversa popolazione di batteri intestinali e sulla formazione del microbioma, che è più favorevole in caso di parto naturale.
8. ALLATTAMENTO
Anche l’allattamento al seno influenza positivamente la popolazione batterica del neonato. L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi 6 mesi e fino ai 2 anni del bambino.
L’allattamento al seno ha numerosi vantaggi tra cui rafforzare il sistema immunitario del neonato, migliorare vista e sviluppo psicomotorio, migliorare la conformazione della bocca, ridurre il rischio di diabete, favorire l’instaurarsi di un rapporto favorevole con la madre, ecc.
Nel caso in cui l’allattamento al seno non fosse possibile per diverse motivazioni, si ricorrerà a un latte in formula su consiglio del pediatra.
A partire dai 6 mesi, cambiano le esigenze nutrizionali del neonato, che vanno quindi integrate con una alimentazione complementare.
L’alimentazione complementare non va iniziata prima del 4° mese a causa dell’immaturità del sistema digerente e comunque meglio dal 6°, secondo le raccomandazione dell’OMS.
Questa fase mira a coprire le esigenze nutrizionali del bambino, ampliando la gamma dei sapori per facilitare un’alimentazione ricca e varia (fino a questo momento era abituato al sapore dolce del latte e bisogna quindi educare il suo palato a tutti gli altri sapori: salato, acido e umami).
Non ci sono più regole ben definite su come organizzare i primi assaggi (non solo “pappe” frullate e omogeneizzate preparate ad hoc, ma anche cibi consumati dai genitori), che avranno comunque una consistenza morbida, ma non necessariamente omogeneizzata, per i quali bisognerà comunque tener presenti le competenze del bambino: capacità di stare seduto, di deglutire, presenza o meno di denti, ecc.
Si può partire dalle merende con yogurt e frutta schiacciata/grattuggiata/omogeneizzata ma anche dai pasti principali con cibi della giusta consistenza (pasta piccola, morbida, formaggi morbidi, pesci e carni macinate, verdure cotte, ecc.) e quantità tenendo presente che, in questo periodo, il latte è ancora l’alimento principale.
Dal 6° mese non ci sono limitazioni per tipologia di alimento fatta eccezione per il miele e del latte vaccino per cui è preferibile aspettare almeno 1 anno.
Dopo l’anno l’alimentazione solida diventa la parte preponderante rispetto al consumo del latte. In questa fase è importante stabilire una sana routine con orari e cibi adeguati al momento della giornata.
Ai pasti principali può essere una buona abitudine inserire tutti i principi nutritivi organizzando un pasto completo (primo + secondo + verdure e frutta). Fondamentale è il buon esempio di genitori e da chi si occupa del bambino.
Mantenere delle sane abitudini alimentari in tenera età contribuisce a un regolare accrescimento e alla prevenzione dal rischio di obesità e patologie dell’età adulta.
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